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Meridiano Sanità: italiani in salute, ma Ssn lacunoso

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Fsi-Usae: “Sanità privata, nessuna conciliazione: via alla mobilitazione nelle regioni”
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Secondo il report, il Belpaese è secondo solo alla Spagna tra i Paesi europei. Il nostro Sistema sanitario, però, è da metà classifica.

L’Italia continua a primeggiare in Europa per lo stato di salute dei propri cittadini, la migliore tra 14 Paesi europei subito dopo quella degli spagnoli, che quest’anno ci hanno scalzato dal primo posto. Ma le lacune storiche o più recenti del Servizio sanitario nazionale, a partire dalle risorse economiche disponibili più ridotte rispetto agli altri partner europei, ci fanno scivolare a metà classifica nella capacità del nostro Ssn a farci mantenere un buono stato di salute (a migliorare o almeno non peggiorare nel prossimo futuro i risultati di salute finora raggiunti). Il nuovo confronto tra i Servizi sanitari dei Paesi arriva dall’ultimo (il 14esimo) Meridiano Sanità, elaborato da The European House – Ambrosetti e presentato a Roma anche al ministro della Salute, Roberto Speranza.

Il report Meridiano Sanità
Si tratta di un ricco rapporto che oltre agli «index» di confronto tra Paesi quest’anno sulla scia di quanto ha fatto l’Organizzazione mondiale della Sanità che ha individuato 10 minacce globali alla salute ne ha declinate altrettante per il Ssn. Un decalogo di emergenze che può ancora mettere di più a rischio il nostro primato sempre più scricchiolante sullo stato di salute (solo dal 2014 al 2016 abbiamo perso 2,5 anni vissuti in buona salute a fronte a esempio della Svezia che nello stesso arco di tempo li ha aumentati di 11,7).

Le 10 minacce al Servizio sanitario nazionale
Queste le 10 minacce: invecchiamento della popolazione (in 10 anni gli anziani non autosufficienti diventeranno 6,3 milioni di persone, più del doppio rispetto ad oggi); patologie croniche non trasmissibili responsabili del 70% delle morti (malattie cardiovascolari, diabete, tumori, ecc.); fattori di rischio (stili di vita, tabagismo, alcol ecc.); esitazione vaccinale (non è stata raggiunta in Italia la soglia di immunità di gregge, fissata al 95%); l’antimicrobico resistenza (risultiamo tra i Paesi europei con i maggiori livelli di resistenza antibiotica: tra il 25% e il 50%); difficoltà di accesso all’innovazione, soprattutto per i tempi lunghi tra l’approvazione del farmaco e la prima vendita (13,4 mesi a fronte della media Ue di 11,4 mesi); disomogeneità regionali che sono sotto gli occhi di tutti così come l’allarme sulla carenza di medici provocata da una cattiva programmazione. E infine come ultime due minacce il ritardo nella digitalizzazione e l’inquinamento dell’aria e gli effetti del cambiamento climatico.

Cosa dicono i confronti con gli altri Paesi?
Meridiano Sanità si basa sue due mega indici: il primo, quello sullo stato di salute (calcolato tra l’altro sui dati relativi ad aspettativa di vita, tassi mortalità, fattori di rischio e anni vissuti con disabilità), ci vede in una confortante seconda posizione (ma l’anno scorso eravamo primi). Meno positiva la performance sul secondo mega indice («mantenimento dello stato di salute) che ci vede scivolare al 6° posto su 14 per i risultati meno incoraggianti nei tre sotto-indici che lo compongono. La prima classifica – «Capacità di risposta del sistema sanitario ai bisogni di salute» – prova a calcolare, dati alla mano, come i sistemi sanitari si siano organizzati per rispondere a tre grandi sfide: la prevenzione, la possibilità di offrire ai cittadini nuove soluzioni terapeutiche e la capacità del sistema di rispondere alle aspettative degli utenti. Qui l’Italia ottiene solo un nono posto.

Buona efficienza, nodo risorse
Nella seconda classifica («Efficacia, efficienza ed appropriatezza dell’offerta sanitaria») sono stati utilizzati indicatori di appropriatezza di prescrizioni, prestazioni e ricoveri, indicatori di efficacia delle cure, un indicatore relativo alla lunghezza media di permanenza in ospedale ed infine indicatori di qualità dell’offerta sanitaria: l’Italia in questa area risale al quarto posto, mostrando una capacità di saper organizzare bene le risorse a disposizione. Risorse, che costituiscono, la terza classifica (calcolata sulla base di: spesa in % al Pil, spesa out of pocket per long term e pro-capite di protezione sociale per malattia e disabilità) che non a caso – vista la frenata dei fondi negli ultimi anni – ci fanno scendere addirittura al terz’ultimo posto, solo prima di Portogallo e Grecia.

Le proposte di Meridiano Sanità
Uno scenario, questo, a cui Meridiano Sanità replica con una serie di proposte per arginare i trend in calo e le 10 minacce al Ssn: da massicce dosi di prevenzione al ridisegno della governance della spesa per la salute con interventi di breve periodo (come la rimodulazione dei tetti della spesa farmaceutica) e di medio lungo-periodo come l’introduzione di modelli di valutazione «value based» fino agli Health impact bond.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Sole 24 Ore

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