Ipotesi di reato di epidemia colposa contestata per un 70enne medico di Telese Terme, al quale i carabinieri hanno sequestrato due studi. Il medico avrebbe continuato a lavorare nonostante fosse consapevole di essere positivo al Covid-19.
L’inchiesta è nata nel 2020 e si è concentrata, in particolare, su quanto sarebbe accaduto dallo scorso maggio a Telese e Paupisi, dove il professionista opera. Nel mirino degli inquirenti, ha spiegato Enzo Spiezia su ottopagine.it, è finito il comportamento del sanitario, di cui i militari hanno acquisito, il 10 giugno, il referto relativo ad un test sierologico al quale il 70enne si era sottoposto e dal quale sarebbero emerse la probabile infezione da Covid 19 in corso e una verosimile contagiosità, per le quali sarebbero stati consigliati la quarantena ed un tampone orofaringeo. Nonostante questo, invece, il medico avrebbe proseguito la sua attività normale, cioè vistando e ricevendo i pazienti e violando anche le norme previste dall’emergenza sanitaria.
È seguita la decisione di un decreto d’urgenza, adottato sul presupposto del grave pericolo per la salute pubblica, legato alla verosimile diffusione del Coronavirus tra le persone entrate in contato con il medico. Il sequestro dello studio ha avuto, inevitabilmente, conseguenze per i tanti assistiti dall’indagato.
“Come Ordine dei Medici e degli Odontoiatri – ha dichiarato il presidente Giovanni Pietro Ianniello – non abbiamo informazioni dirette sulla vicenda. Quale Ente sussidiario dello Stato, confermiamo la nostra più ampia disponibilità a collaborare con la Magistratura e l’ASL, pronti ad intervenire, laddove fosse accertata una condotta contraria al nostro Codice Deontologico, che pone al primo posto la salvaguardia del diritto alla salute della persona”.
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