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“Medici convenzionati della medicina generale e della specialistica ambulatoriale passino alle dipendenze del Ssn”

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"Medici convenzionati della medicina generale e della specialistica ambulatoriale passino alle dipendenze del Ssn"
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Lo chiede Andrea Filippi, segretario nazionale del sindacato Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn.

“La discussione animata nel dibattito pubblico di questi giorni sulla necessità di rivedere i rapporti di lavoro dei medici di medicina generale, ancora libero-professionisti in convenzione con il Servizio sanitario nazionale, è quanto proponiamo a gran voce da sempre. Lo abbiamo anche scritto nelle proposte contenute nel New Deal per la salute, presentato il 10 ottobre scorso in piazza del Popolo a Roma”. Così Andrea Filippi (foto), segretario nazionale di Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn.

“Oggi è finalmente chiaro che per garantire servizi socio sanitari territoriali integrati ed efficienti ai cittadini è necessario che i medici convenzionati della medicina generale e della specialistica ambulatoriale passino a un rapporto di lavoro di dipendenza con il Ssn, soprattutto per quelli che lavoreranno nelle case di comunità previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – prosegue –. Non è un problema di governo dei medici, ma per prima cosa di diritti e tutele contrattuali negate ai medici convenzionati, e poi anche organizzativo nella gestione dei servizi integrati. Le case di comunità, centro territoriale strategico per la presa in carico delle persone, non possono funzionare nella frammentazione dei rapporti di lavoro libero-professionali. Al contrario il Ccnl dei medici e dirigenti sanitari dovrebbe riuscire a coniugare le esigenze di gestione integrata dei servizi con le tutele e l’autonomia professionale dei medici”.

E ancora: “È un falso che il rapporto fiduciario medico-paziente si esprima solo nell’attività del medico single practice libero professionista. La fiducia dei cittadini è tanto più solida quanto più è sostenuta in servizi multiprofessionali integrati e organizzati, dove anche il medico possa sentirsi tutelato e non abbandonato, come avvenuto durante la pandemia. Ignorare le proposte riorganizzative della medicina generale che stanno oggi animando spontaneamente il dibattito pubblico significa anteporre interessi di parte a quelli generali del Paese”.

Redazione Nurse Times

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