Il presidente De Palma: “In attesa di sapere come saranno allocate le risorse, mi pare che i 2,3 miliardi previsti in manovra per il contratto siano insufficienti a soddisfare le esigenze del comparto e della dirigenza medica. Quanto ai 3 miliardi per lo smaltimento delle liste d’attesa, sorge il dubbio che siano destinati solo alla categoria medica. Se così fosse, ci aspetta un autunno molto caldo…”.
“Stiamo parlando di una manovra che prevede 3 miliardi da destinare allo smaltimento delle liste d’attesa e 2,3 miliardi da destinare al rinnovo del contratto di comparto. Per ora se ne parla in termini generali e astratti. Al di là dei proclami, infatti, non sappiamo esattamente come queste risorse saranno allocate”. Così Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up, commenta ai microfoni dell’Ansa la notizia dello stanziamento per la sanità previsto nella bozza della manovra, appena approvata dal Consiglio dei ministri.
“In mancanza di indicazioni precise sull’utilizzo delle risorse che il Governo intende stanziare per la sanità, è difficile esprimere un giudizio. In linea di massima penso che i 2,3 miliardi destinati al contratto siano davvero pochi, perché qui si parla non solo del personale di comparto, ma anche della dirigenza medica, che assorbe tantissime risorse. Si pensi che il precedente contratto di comparto è stato chiuso con un impegno economico di circa 1,3 miliardi, somma poi integrata con le risorse destinate alla dirigenza”.
“Per quanto riguarda i 3 miliardi destinati invece allo smaltimento delle liste d’attesa – prosegue De Palma -, se a questa somma aggiungiamo i previsti aumenti di 1.000 euro al mese per i medici, come da indicazioni a latere fornite dal ministro Schillaci, be’ a questo puntio noi infermieri, come pure altre professioni sanitarie, sobbalziamo. Ma il Governo pensa che davvero le liste d’attesa si possano abbattere agendo esclusivamente sulla leva dei medici? Come pensa di arrivare all’obiettivo se dimentica che sono gli infermieri e gli altri operatori sanitari a intervenire direttamente e indirettamente nella gestione del paziente, e quindi sulle liste d’attesa”.
Conclude De Palma: “Al momento, quindi, il nostro giudizio è sospeso. Vogliamo infatti capire se le indicazioni del ministro sui 1.000 euro in più ai medici rappresentino un lapsus, un errore di comunicazione, o se la politica intenda davvero destinare esclusivamente alla categoria medica i 3 miliardi per lo smaltimento delle liste d’attesa. In quest’ultimo caso prepariamoci a vivere un autunno molto caldo, perché il resto dei professionisti sanitari non accetteranno certo una simile impostazione”.
Redazione Nurse Times
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