Non è mai accaduto in Italia, ma quanto avvenuto nel capoluogo ligure, dove si voterà domenica prossima per il ballottaggio, ci deve far riflettere. Nel tentativo di offendere il candidato sindaco Gianni Crivello lo si è apostrofato con il termine “Infermiere!“.
Quasi come se si trattasse di una professione ignobile c’è chi ha utilizzato questo termine (infermiere, appunto) per dire che è “un poco di buono”. Il paradosso è un altro: Crivello non è affatto un infermiere!
Si è scoperto, infatti, che ha fatto sempre il barelliere. Indagando sul suo passato si è visto che non è iscritto all’Albo nazionale degli Infermieri così come non è iscritto all’Ipasvi. E allora? Perché tale polemica? E soprattutto da quando il termine infermiere viene utilizzato per ledere l’immagine di un uomo politico? Quanto accaduto a Genova è stato attribuito ai sostenitori del candidato del centro-destra Marco Bucci ed è un episodio, se mai fosse confermato, che sfiora il ridicolo.
E’ accaduto durante l’ultimo confronto faccia a faccia tra Crivello e Bucci. Il tifo delle due fazioni era quasi da stadio. E tra le urla dei seguaci di Bucci vi era chi urlava “Infermiere, infermiere!”.
Un atteggiamento che ha fatto imbestialire anche molti sostenitori del centro-destra. Infatti, nella compagine che appoggia Bucci ci sono tanti infermieri (quelli iscritti all’Ipasvi), tra candidati e sostenitori.
Non vogliamo entrare nel merito della campagna elettorale e del ballottaggio di domenica prossima. Vogliamo però dire a questi facinorosi che hanno sbagliato due volte: la prima perché Crivello non è un infermiere; la seconda perché gli infermieri sono professionisti della salute seri, qualificati e preparati, sempre al servizio di chi soffre. Ma sono, soprattutto, persone degne di rispetto.
Sulla questione si è appena espresso Carmelo Gagliano, presidente del Collegio Ipasvi di Genova.
Gagliano ricorda che una regola d’oro della comunicazione sociale e mediatica è “attenzione a rilanciare una notizia poco gradita perché significa darle una ulteriore e maggiore importanza….”.
“Ho l’obbligo – spiega – e sento il piacere di intervenire nel dibattito che infiamma queste giornate di campagna elettorale, circa i fatti che hanno visto supporters sbeffeggiare politici e strumentalizzarne l’impegno al grido di “Infermiere, Infermiere”.
Tali comportamenti si commentano da soli perché testimoniano pochezza e retrività d’animo unitamente a uno spregio della dignità di chiunque svolga una professione indipendentemente dal colore delle opinioni politiche.
“Voglio, con queste poche righe ringraziare TUTTI coloro che si sono indignati, che si sono arrabbiati e che hanno pubblicamente espresso solidarietà e ammirazione per chi svolge la professione di Infermiere” – aggiunge il presidente dell’IPASVI di Genova.
“Mi rivolgo ai Colleghi, ai Cittadini e ai Politici che hanno preso le distanze da tali inqualificabili comportamenti che trascendono da agiti aggressivi e da violenze verbali poco degne dell’essere umano. Tutti i lavori, tutte le professioni sono e devono essere rispettate e valorizzate per l’importanza che hanno nel consentire ad ogni persona di esprimere sé stesso. Chiunque si vuole cimentare nel servizio alla collettività attraverso l’impegno in politica DEVE avere rispetto per il lavoro svolto da chicchessia, ma soprattutto che si impegnino a creare e garantire opportunità di lavoro per i cittadini essendo questo un valore previsto dall’art. 4 della nostra Costituzione anziché urlare in giro ‘belinate'”.
Al Collegio degli Infermieri non interessa fare polemica prima della scadenza elettorale. Certamente si dirà al futuro sindaco della città metropolitana ligure che essere Infermieri non significa essere delle persone poco degne!
Inutile dire che la polemica sta infiammando i social-network. Della questione se ne continuerà a parlare per un po’.
E’ stata questa una caduta di stile o un segnale che dobbiamo cogliere come professione? A voi la parola: scrivete a [email protected]
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