Una lite tra soccorritori nella “camera calda” del Pronto soccorso dell’ospedale Mauriziano di Torino è finita con urla, pugni e testate martedì scorso, poco prima delle 23.
Protagonisti della lotta sono stati i soccorritori di due equipaggi della Croce d’Oro e della Misericordia di Torino, due associazioni private di volontariato. I motivi della lite erano personali, ma per calmare la situazione è stato necessario l’intervento dei carabinieri. Uno degli autisti è finito anche lui, con il naso sanguinante, a farsi soccorrere sul posto.
A raccontare la vicenda è stata Cristina Palazzo su repubblica.it. Erano le 22,30 quando i due equipaggi si sono trovati contemporaneamente nella “camera calda”. A un certo punto un soccorritore della Misericordia avrebbe riconosciuto una ex collega di equipaggio, che ha cambiato associazione. Così i due avrebbero iniziato a litigare per episodi passati. L’autista della Croce d’Oro ha assistito all’alterco ed è intervenuto per frapporsi tra i due e difendere la collega, ma a quel punto sarebbe stato invitato “a non intrometterti, non c’entri nulla”. Non è bastato però a farlo desistere dal difendere la collega e, poco dopo, si è preso una testata sul naso. Per lui cinque giorni di prognosi.
Il presidente della Croce d’Oro, Giovanni Signoriello, che in passato era alla guida della Misericordia, ha parlato di “grave atto di terrorismo”, annunciando che “l’associazione prenderà provvedimenti e seguirà l’iter della giustizia“, citando un altro episodio passato e mostrando il referto del pronto soccorso del volontario dopo la lite di martedì: “Non ero presente – ha detto – ma il nostro equipaggio è stato insultato a titolo gratuito e alla nostra volontaria è stato detto ‘stai zitta o ti prendo a schiaffi’. Abbiamo già segnalato l’episodio al Coordinamento Misericordie del Piemonte”.
Diversa opinione tra i vertici della Misericordia, che di quegli episodi passati si definiscono “vittime, mentre ora passiamo da carnefici. Abbiamo sospeso a tempo indeterminato il nostro volontario e non è giustificabile il suo comportamento di violenza – ha detto Catia Castelli, governatrice della Misericordia Torino – ma quell’episodio affonda le radici in situazioni spiacevoli, per cui da un anno e mezzo siamo oggetto di provocazioni e diffamazione, con social e lettere anonime. Ci troviamo oggetti di istigazione continua, non sono vecchie ruggini tra associazioni ma fatti del tutto personali. A pagare è stato l’autista che non conosce questo passato”.
Prima di Castelli il posto a capo della Misericordia era ricoperto dall’attuale presidente della Croce d’Oro “che tramite il nostro avvocato – spiega Castelli – fu oggetto di diffida”. Le due associazioni si sono rivolte ad avvocati “per tutelare il nostro nome”. Al momento, spiega sempre repubblica.it, non ci sono denunce da parte dei carabinieri e la competenza è del giudice di pace.
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