La Regione, seguendo la tendenza della comunità scientifica, pretende che la vaccinazione sia eseguita anche durante la gravidanza o l’allattamento.
Fino apoche settimane fa capitava alle donne in dolce attesa di sentire risposte diverse sull’opportunità di fare il vaccino anti-Covid, in base al professionista che si trovavano di fronte: l’ostetrica, la ginecologa di fiducia, il medico di base, il collega che somministrava un altro tipo di vaccino, tipo quello per la pertosse. Insomma, poche certezze e riscontri positivi, con conseguente decisione di proseguire (per le più accorte) nel proprio lockdown personalizzato per non correre rischi.
Ora, invece, è il caso delle sospensioni degli operatori sanitari che non hanno voluto la somministrazione a far scoprire che secondo la Regione, e tendenzialmente secondo la comunità scientifica, il vaccino contro il coronavirusva va fatto anche durante la gravidanza o l’allattamento. Non è una questione di scelta: l’attesa di un figlio non è ritenuta un motivo ostativo rispetto alla vaccinazione, salvo specifica prescrizione del medico curante.
E quindi alla nostra redazione viene segnalato il caso di un’infermiera dipendente dall’Asst di Treviglio, a casa in maternità e in fase di allattamento, che riceve la nota di sospensione dal servizio: potrà rientrare al lavoro solo dopo essersi vaccinata (la regola vale al momento fino al 31 dicembre di quest’anno, data di scadenza del decreto di aprile). Per le operatrici sanitarie c’è anche un altro fronte che si apre, cioè quello della retribuzione della maternità: c’è chi teme che i pagamenti possano essere sospesi, ma il trattamento previdenziale dovrebbe restare dai provvedimenti legati al mancato vaccino. La norma ha infatti il solo scopo di prevenire la diffusione del contagio nel mondo sanitario.
Dall’assessorato regionale al Welfare segnalano che si stanno verificando più casi dello stesso tipo non solo nella provincia di Bergamo, ma anche in altre province lombarde: a prescindere dalla maternità le Ats verificano che il vaccino non sia stato fatto, e quindi inviano l’accertamento agli Ordini professionali, che in automatico procedono con lasospensione.
“In alcuni casi le lavoratrici comunicano di aver appena partorito o di essere in attesa, pensando che possa bastare come spiegazione – dicono dalla Regione -. In altri non rispondono, forse dando per scontato che la loro situazione, essendo a casa in maternità, non venga considerata dalle Ats. Ma non è così, e le recenti indicazioni della comunità scientifica parlano abbastanza chiaro”.
“Anche le donne in gravidanza o in allattamento possono fare il vaccino: è dimostrato che i benefici superano i rischi e che anche il nascituro può risultare protetto – commenta il presidente dell’Ordine –. Non ci sono controindicazioni eanche in questo caso il nostro consiglio è di prenotare la somministrazione. La Regione ha pubblicato di recente le indicazioni in merito, ma sono comunque basate su note precedenti delle società scientifiche”.
Il testo diPalazzo Lombardia parla chiaro. Al punto 1: “È raccomandato effettuare la vaccinazione anti Covid-19 in quanto protegge la salute della mamma, quella del bambino, della famiglia edella comunità. Può essere effettuata in qualunque periodo della gravidanza”. Il testo prosegue con altri punti. Per esempio: “La vaccinazione è raccomandata anche durante l’allattamento materno, che va promosso, sostenuto e non interrotto”. E ancora: “Se hai dei dubbi èimportante chiedere informazioni sulla sicurezza del vaccino in gravidanza e sul rischio individuale di sviluppare una malattia grave da Sars-Cov-2 all’ostetrico-ginecologo, all’ostetrica, al neonatologo-pediatra, oalmedico di medicina generale”.
Era stata meno netta l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa): “I dati sull’uso dei vaccini in gravidanza e allattamento sono tuttora molto limitati. Tuttavia, studi di laboratorio su modelli animali non hanno mostrato effetti dannosi. I vaccini non sono controindicati e non escludono a priori le donne in gravidanza dalla vaccinazione”. Ma il suggerimento di procedere alla vaccinazione è ormai consolidato.
Redazione Nurse Times
Fonte: Corriere della Sera
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