Riceviamo e pubblichiamo la replica del consigliere regionale pentastellato (foto) alle dichiarazioni rilasciate a Nurse Times dal presdiente dell’Ordine meneghino, Pasqualino D’Aloia. Il tema è quello del via libera alla mozione sul piano di assunzioni e sull’adeguamento degli stipendi.
Gentile Direttore,
leggo con molto interesse il vostro articolo “Piano di assunzioni e adeguamento stipendi: ok alla mozione pro-infermieri in Lombardia”, e resto sgomento dalle dichiarazioni del presidente di Opi Milano e del presidente della III Commissione Sanità e politiche sociali di Regione Lombardia, Emanuele Monti.
Ripercorro brevemente la genesi di quest’azione, condivisa da tutte leforze politiche del Consiglio regionale. Venerdì 28 febbraio il sindacato di categoria Nursind ha organizzato una manifestazione per portare alla luce i problemi della categoria in relazione agli aumenti salariali, alle carenze di personale e alla gestione della pandemia. Ho partecipato personalmente alla manifestazione, insieme alla collega consigliera del Pd, Carmela Rozza, e successivamente i rappresentanti dei manifestanti sono stati ricevuti dalla consigliera di Forza Italia, Simona Tironi.
Da queste interlocuzioni è nata la volontà di presentare un atto condiviso al Consiglio regionale, formalizzato poi in una mozione completata con l’accoglimento di altre istanze, pervenute da altri consiglieri, tra cui il presidente Monti.
Un ottimo lavoro di condivisione di intenti e di riconoscimento dell’importanza della professione infermieristica, che pur unendo la politica non cancella la scarsa predisposizione da parte dell’ente regionale a occuparsi dei problemi degli infermieri. Una mancanza causata anche dal silenzio assordante dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Milano.
Le dichiarazioni del presidente Pasqualino D’Aloia, circa un ipotetico “lavoro sottotraccia” offendono tutta la Commissione Sanità, che è il luogo deputato a lavorare su queste tematiche e dove proprio da Opi Milano non abbiamo ricevuto alcun sollecito e alcun contributo negli ultimi anni. Il lavoro “svolto a stretto contatto con il presidente” ci fa presupporre che siano quindi condivise dall’Ordine le scelte della Regione che riguardano gli infermieri, sulle quali ci aspettavamo delle prese di posizione che non sono mai arrivate pubblicamente.
Non c’è stato alcun intervento di Opi Milano quando Regione Lombardia ha deciso di non permettere agli infermieri di effettuare i tamponi e caricarne gli esiti, o quando, in piena pandemia, i lavoratori lamentavano la mancanza di dispositivi individuali, il blocco delle ferie, la carenza di organico, o quando Regione Lombardia ha deciso di dividere la premialità per la gestione dell’emergenza Covid anche per gli amministrativi in smart working. Non abbiamo letto le dichiarazioni del presidente d’Aloia quando nella riforma della sanità venivano esclusi dai ruoli manageriali all’interno di case e ospedali di comunità gli infermieri, e nessuna presa diposizione quando altre figure professionali venivano coinvolte in mansioni prettamente infermieristiche.
Dispiace che questo triste silenzio termini con un articolo che trasforma una condivisione d’intenti in polemica politica da parte del presidente Monti, ma soprattutto che l’attenzione dell’Ordine sia più rivolta a negare “rivendicazioni da parte di alcune organizzazioni sindacali” che a promuovere la professione e i diritti dei lavoratori.
Redazione Nurse Times
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