60.000, è il numero degli Infermieri di cui la sanità avrebbe bisogno su tutto il territorio nazionale.
40.000, è il numero dei neolaureati che sarebbero disponibili nell’immediato.
270.000, è il numero degli infermieri nel pubblico (numero molto al di sotto del giusto rapporto tra il numero degli infermieri e quello della popolazione totale, che dovrebbe essere pari a sette infermieri su mille abitanti)
L’allarme viene lanciato direttamente dalla FP Cgil: “Il settore non rispetta la normativa europea sul ‘giusto orario di lavoro’ ed il vero motivo è la carenza di personale”.
Ed ecco che l’Italia galoppa verso un’altra infrazione Europea.
Il 25 novembre è entrata in vigore, a distanza di un anno dalla concessione della proroga, l’applicazione della normativa UE sul giusto orario di lavoro in sanità pubblica.
Nel dettaglio la direttiva europea prevederebbe (il condizionale non è un caso) il rispetto delle 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore e di non poter superare le 48 ore lavorative settimanali, ma come dichiara la Fp Cgil “E’ uno standard attualmente impossibile da garantire per l’esiguo personale disponibile.Tutte le professioni sanitarie ‘turniste’ sono soggette a massacrati turni e continui straordinari, che fanno ricadere solo sulle loro spalle la tenuta del Servizio sanitario nazionale”.
Il rischio per l’Italia quindi, che inevitabilmente si rifletterà sul sistema sanitario, è una doppia esposizione a sanzioni: “Da parte dell’Unione Europea – spiega la Fp Cgil – verso il nostro paese, a causa della deroga stessa, e da parte dello Stato italiano verso i dirigenti delle strutture sanitarie, per una cifra che va dai 25 ai 780 euro per ogni singola infrazione commessa in merito al rispetto del riposo giornaliero e del limite massimo di monte ore settimanale”. In questo caso, quindi, si andrebbe ulteriormente a gravare sulla spesa della sanità pubblica.
Tutto ciò non è una novità, è vero,ma credo che ogni tanto rispolverare qualche dato matematico non faccia mai male per ripresentare agli occhi (e si spera all’attenzione) di tutti, la drammatica situazione che il nostro paese, la nostra categoria e i nostri pazienti di conseguenza stanno vivendo.
c’è bisogno di personale… il personale c’è… mancano comunque 60.000 infermieri…
è un cane che si morde la coda… ma prima o poi, è bene ricordarselo, quella coda avrà problemi.
Gaia Pomar
Lascia un commento