Fa discutere la decisione di far decadere coloro che decidano di non accettare l’assegnazione della sede proposta da Alisa, se differente da quella indicata come preferenziale. La testimonianza di una professionista raccolta da La Nazione: “Mi sento vittima di un sistema ingiusto”.
In questi giorni le graduatorie del concorso per l’assunzione di 700 infermieri in Liguria fanno discutere per la scelta di far decadere i vincitori che decidano di non accettare l’assegnazione della sede proposta da Alisa, se differente da quella indicata come preferenziale. Tra loro figurano professionisti che lottano per ottenere un contratto a tempo indeterminato, che cercano di conciliare vita lavorativa e familiare, o che per anni hanno fatto i pendolari.
“Ho partecipato a questo concorso a tempo indeterminato per ritornare a La Spezia, dove ho famiglia, dove ho il mio compagno, anche lui infermiere”, racconta una giovane infermiera a La Nazione. Anni trascorsi in giro per l’Italia: Empoli, Modena e infine Genova. Poi il concorso, dove si è collocata tra i vincitori, nei primi 200 posti, e la speranza di un lavoro a tempo indeterminato, finalmente a casa, seguita da unamaro risveglio: “Alisa ci ha diviso in due blocchi, senza tener conto dell’ente di preferenza che abbiamo espresso. Io ho indicato come prima preferenza l’Asl 5, precisando che qui sono già assunta a tempo determinato. Sono qui con un’aspettativa non retribuita dal Policlinico San Martino di Genova”.
E ancora: “Asl 5, da bando, prende 70 persone. Però si sono verificate quattro rinunce. In un mondo normale la graduatoria dovrebbe scorrere in ordine, ma dalla posizione 96 alla 200 siamo stati tutti assegnati a Chiavari (Asl 4)”. In tutto ciò è già arrivata la disponibilità di Asl 4, che l’infermiera ha accettato perché, in caso contrario, sarebbe decaduta dalla graduatoria. “Mi sento vittima di un sistema ingiusto”, afferma.
Sulla questione, che ha coinvolto molti infermieri in concorso per l’area territoriale del Levante (Asl 4, Asl 5), è intervenuto anche Francesco Falli, presidente di Opi La Spezia, che sempre a La Nazione ha spiegato: “Purtroppo è abbastanza normale che quando vengono banditi concorsi su più aziende sanitarie ci siano problemi. Chi partecipa esprime una preferenza, ma se tutti vogliono andare nel medesimo posto, qualcuno resterà scontento. Come Ordini professionali, avevamo già chiesto alla Regione di lasciare in graduatoria chi eventualmente avesse rinunciato alla chiamata di un’azienda sanitaria, senza perdere la posizione. In Italia c’è una tale carenza di infermieri che, con tutto ciò che ruota attorno a un concorso in termini di organizzazione e di costi, buttare fuori qualcuno è un autogol assurdo”.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Nazione
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