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Lettera di una mamma inglese: “Grazie, Italia, per esserti presa cura di mio figlio”

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Lettera di una mamma inglese: “Grazie, Italia, per esserti presa cura di mio figlio”
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L’elogio al nostro Sistema sanitario di una donna straniera, madre di un bimbo affetto da leucemia linfoblastica acuta. Ecco il testo tradotto.

“Mio figlio di sei anni è intrappolato nella sua stanza. Sono passati 18 giorni. Mi prega di farlo uscire. Ma è troppo pericoloso per lui persino fare un passo nel corridoio.

Mio figlio ha una leucemia linfoblastica acuta. È in semi-isolamento perché il suo numero di globuli bianchi è così basso che è a rischio estremo di infezione. Non siamo a casa a Londra. Siamo in un reparto di Ematologia pediatrica in Italia. La patologia è stata diagnosticata qui quasi quattro settimane fa, poco dopo il nostro arrivo in vacanza.

Mio marito ed io siamo molto grati, nonostante questa situazione devastante. La nostra gratitudine si estende in lungo e in largo: per il pediatra che lavora in una regione remota e montuosa, che ha richiesto con urgenza analisi del sangue; per il trasferimento senza indugio in un ospedale di livello mondiale, in cui è stata confermata la diagnosi di mio figlio; per il diritto di mio figlio di ricevere assistenza sanitaria immediata e competente, attraverso la tessera europea di assicurazione malattia (TEAM, EHIC in inglese, ndr).

Attualmente è diritto di ogni residente nel Regno Unito, incluso mio figlio, ricevere assistenza sanitaria di emergenza o medicalmente necessaria dallo Stato ospitante, quando si viaggia nell’UE. Si estende a tutti i cittadini dell’Unione. Il costo è rimborsato dal fornitore di servizi sanitari statali del Paese di residenza: nel caso di mio figlio, dall’NHS.

Prima che qualcuno si lamenti che io stia sprecando denaro dell’NHS in Italia, lasciatemi dire una cosa. Se il nostro medico di famiglia avesse eseguito alcuni esami del sangue, dopo che mio figlio era stato visitato con un appuntamento urgente a causa di febbre e dolori allo stomaco, meno di due settimane prima della sua diagnosi in Italia, sarebbe stato ora confinato in una stanza dell’unità di Ematologia pediatrica, al Great Ormond Street Hospital di Londra.

Non sono mai stata in un ospedale di un altro Paese dell’Unione Europea. Ho sfruttato il diritto che la TEAM mi garantisce. Fino ad ora. E mi disturba pensare che il suo futuro sia a rischio. Il governo di Theresa May ha detto che vuole mantenere la TEAM, ma con il caos attuale non c’è alcuna garanzia. La tessera sanitaria diventerà un altro diritto che la Brexit spazzerà via?

La mia esperienza del Sistema sanitario in Italia, finora, mi ha impressionato: è eccellente. Lasciate che vi faccia un esempio. Subito dopo il nostro arrivo in questo ospedale, mio ​​figlio cominciò a provare un dolore lancinante alla gamba destra. L’infezione mortale può essere un sottoprodotto della leucemia. In un breve periodo di tempo è stato sottoposto a ultrasuoni e a una risonanza magnetica, è stato visitato nella sua stanza dal medico responsabile dell’unità di Malattie infettive e da quello della Chirurgia.

Avrebbe potuto perdere la gamba, se non avessero agito in modo così deciso. I medici, qui, sono anche in contatto regolare con i loro equivalenti del Great Ormond Street, e hanno inserito mio figlio nel piano di trattamento previsto dal protocollo del Regno Unito (che dura due anni) per facilitare il nostro ritorno a casa a Londra, una volta che il conteggio dei globuli bianchi del sangue sarà fuori dalla zona di pericolo.

La cura di mio figlio in Italia è in netto contrasto con la recente esperienza di un’adolescente italiana, che stava seguendo un corso di inglese nel Regno Unito. Andò in pronto soccorso tre volte, tra il 17 e il 20 luglio, lamentando forti mal di testa e vomito. Le furono prescritti antidolorifici e le fu detto che era “sana come un pesce”. Il 22 luglio, tornata in Italia, dopo una scansione Tsc, le fu diagnosticata un’emorragia cerebrale. Forse questo è solo un esempio, ma un enorme studio, pubblicato nel maggio 2017 da The Lancet, ha rivelato che il Regno Unito ha il 30esimo posto tra i sistemi sanitari del mondo. L’Italia si colloca al 12esimo.

La gente potrebbe dire: a chi importa se perdiamo la tessera sanitaria a causa del Brexit? Basta comprare l’assicurazione di viaggio! Se fosse così semplice, per le persone con condizioni pre-esistenti, come i pazienti in dialisi… La TEAM non ha mai sostituito l’assicurazione di viaggio. Non copre le cancellazioni, le telefonate andate a vuoto, i soccorsi dai pendii di montagna o le ambulanze aeree. Ciò che la tessera sanitaria ha fatto è stato rendere l’assicurazione di viaggio più economica. Secondo un rapporto della House of Lords, i suoi costi aumenteranno in modo esponenziale tra gli anziani, se la TEAM cesserà di essere efficace.

Poi c’è il problema di far pagare il tuo assicuratore. Quando ero negli Stati Uniti, nel 2011, ho avuto bisogno di due punti di sutura, per un taglio al pollice. Ci sono voluti nove mesi di chiamate e stress, che alla fine, per disperazione, ho concluso rimanendo seduta alla reception di uno degli uffici del mio assicuratore (ero oltre il settimo mese di gravidanza, all’epoca), prima di far pagare il conto, che ammontava a 3.000 dollari. Con la TEAM, quel potenziale stress viene rimosso. Perciò, nonostante sia spesso sopraffatta dalla tristezza e dallo sfinimento, come tutti i genitori che hanno un figlio gravemente malato, sono molto sollevata di avere una cosa in meno a cui pensare.

Ma la tessera sanitaria è più di una semplice questione di accesso, denaro o convenienza. È una delle molte sfumature della cittadinanza europea, che sono state dimenticate nella campagna elettorale per il Brexit. La TEAM simboleggia in che modo l’Europa continentale condivide il valore centrale del Regno Unito: tutti hanno diritto a cure sanitarie decenti. Non dovremmo dimenticare, in questo momento difficile, che questo valore è praticamente universale”.

Luigi D’Onofrio (Italian Nurses Society)

Fonte: The Independen

 

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