Alla luce della definitiva approvazione in Parlamento della legge sull’abbattimento delle liste d’attesa in sanità ospitiamo un nuovo, interessante approfondimento di Antonello Cocchieri, ricercatore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, abilitato alle funzioni di professore di seconda fascia in Scienze infermieristiche.
Il problema delle liste d’attesa è una criticità reale e tangibile, che riguarda non solo il nostro sistema sanitario, ma l’Europa intera. Le lunghe attese per accedere alle visite specialistiche, alle prestazioni diagnostiche e ai trattamenti chirurgici rappresentano un ostacolo significativo per l’efficace erogazione delle cure e per la salute delle persone.
Secondo l’ultima indagine europea sulla salute (European Health Individual Survey, 2019) coordinata da Eurostat, i cittadini che non riescono a ricevere le prestazioni sanitarie loro prescritte per ragioni di lista di attesa sono in media 19,4%, con molte differenze, però, tra un Paese e l’altro. L’Italia in questa indagine si colloca intorno al 25%.
Sappiamo già che i fattori che contribuiscono ad accentuare questo problema riguardano la crescente domanda sanitaria di accesso alle cure, le dimensioni demografiche e l’età media della popolazione, ma anche l’inadeguatezza dell’offerta accentuata, soprattutto dalla mancanza di risorse finanziarie. Un problema così complesso, a livello europeo, viene percepito in maniera assai diversa per via della diversità dei sistemi sanitari che la compongono.
Anche in questo caso il Servizio sanitario nazionale si trova a combattere l’annosa questione tra il difendere la natura universalistica del nostro sistema, considerato come la più grande opera pubblica del dopoguerra, e il dover fare i conti con la sua sostenibilità e la sua diversità anche a livello regionale.
In un quadro epidemiologico-sociale di questo tipo, in linea con quanto affermato dalla Fnopi nell’audizione a proposito del decreto, “è necessario adottare misure urgenti e strutturali volte a migliorare l’accesso alle cure, incrementare e ottimizzare le risorse a disposizione e garantire una gestione più efficiente e trasparente del sistema sanitario”, ma anche prevedere modelli assistenziali integrativi in grado di rispondere ai nuovi bisogni della comunità in un’ottica di sanità pubblica moderna.
La stessa Fnopi esprime un complessivo apprezzamento nei confronti del provvedimento, che recepisce alcune istanze sostenute dalla Federazione, precisando che è altrettanto necessario farla diventare un’occasione per raccogliere le sfide organizzative e rispondere con soluzioni coerenti e sostenibili.
La legge sulle liste d’attesa è stata concepita come risposta alla crescente frustrazione dei cittadini italiani per i lunghi tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, specialmente per quelle di natura diagnostica e specialistica. Il Governo ha evidenziato l’importanza di garantire tempi certi e trasparenti per l’accesso alle cure, riducendo al contempo le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari.
La legge prevede, tra le altre misure, l’istituzione di un sistema di monitoraggio nazionale delle liste d’attesa e la possibilità per i pazienti di rivolgersi al privato, a carico del Ssn, nel caso in cui i tempi di attesa superino quelli previsti. Il principale obiettivo della legge è ridurre i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, assicurando così una maggiore tempestività nella diagnosi e nel trattamento delle patologie.
Le misure chiave includono:
- Monitoraggio centrale delle liste d’attesa: creazione di un sistema nazionale per il monitoraggio e la gestione delle liste d’attesa, che consente una trasparenza totale sui tempi di attesa e sulle disponibilità delle strutture sanitarie.
- Tempi massimi garantiti: definizione di tempi massimi di attesa per diverse categorie di prestazioni sanitarie, con la possibilità per i pazienti di accedere a strutture private se questi tempi vengono superati.
- Prioritizzazione delle prestazioni: implementazione di criteri di priorità basati sulla gravità delle condizioni cliniche, con l’obiettivo di assicurare l’accesso rapido alle cure per i casi più urgenti.
- Incentivi alle strutture sanitarie: introduzione di incentivi per le strutture sanitarie che riescono a rispettare i tempi di attesa previsti e miglioramenti organizzativi per ottimizzare l’uso delle risorse.
La Fnopi ha accolto con favore l’introduzione della legge, sottolineando l’importanza di un approccio strutturale e organico alla gestione delle liste d’attesa. Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, ha dichiarato: “È un passo avanti significativo per garantire un accesso equo e tempestivo alle cure sanitarie. La nostra federazione sostiene pienamente l’iniziativa e si impegna a collaborare per la sua attuazione efficace.” Mangiacavalli ha inoltre evidenziato l’importanza del ruolo degli infermieri nel sistema sanitario, sottolineando come il loro contributo sia cruciale per migliorare la gestione dei pazienti e per ridurre i tempi di attesa.
La Fnopi ha però sollevato alcune preoccupazioni riguardo alle risorse disponibili per l’implementazione delle nuove misure. In particolare, è stato sottolineato il problema della carenza di personale infermieristico, che potrebbe compromettere la capacità del sistema di rispettare i tempi di attesa previsti. “Senza un adeguato potenziamento del personale sanitario, in particolare degli infermieri, rischiamo di non poter garantire la qualità e la tempestività delle cure,” ha aggiunto Mangiacavalli.
Anche altre istituzioni sanitarie hanno espresso le proprie opinioni sulla legge. La Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) ha manifestato un moderato ottimismo, riconoscendo l’importanza di una riforma delle liste d’attesa, ma ha espresso dubbi sulla capacità del sistema di assorbire l’impatto delle nuove misure senza un aumento significativo delle risorse. “Apprezziamo l’impegno del Governo nel cercare di risolvere il problema delle liste d’attesa – ha dichiarato Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg -, ma restano dubbi su come queste misure possano essere sostenibili senza un adeguato investimento in risorse umane e infrastrutturali”.
Dal lato delle istituzioni governative, il ministero della Salute ha difeso con vigore la legge, evidenziando che essa rappresenta una svolta per il Ssn. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha affermato: “La legge sulle liste d’attesa è una componente fondamentale della nostra strategia per migliorare l’efficienza e l’equità del sistema sanitario. Ci impegneremo a garantire che tutte le strutture sanitarie abbiano i mezzi necessari per attuare queste misure”.
Nonostante il consenso generale sull’importanza della legge, esistono critiche e preoccupazioni riguardo alla sua effettiva implementazione. Un’analisi critica dei contenuti della normativa e delle dichiarazioni delle varie istituzioni suggerisce che la sfida principale sarà l’adeguamento delle strutture sanitarie alle nuove disposizioni. La carenza di personale, in particolare infermieristico, e la necessità di infrastrutture adeguate sono stati identificati come i principali ostacoli.
La Fnopi, ad esempio, ha messo in evidenza come l’attuale carenza di infermieri possa ostacolare l’efficace gestione delle liste d’attesa. Secondo i dati della Federazione, l’Italia ha uno dei rapporti più bassi tra infermieri e pazienti in Europa. Una situazione che, se non affrontata, potrebbe minare le buone intenzioni della legge.
Inoltre le istituzioni sanitarie locali avranno un ruolo cruciale nell’implementazione delle misure. La necessità di coordinamento tra diverse strutture e l’eterogeneità dei servizi offerti sul territorio nazionale rappresentano sfide significative. È essenziale che vi sia una collaborazione stretta tra Governo centrale, Regioni e strutture sanitarie locali per garantire che i tempi di attesa siano monitorati e rispettati in modo uniforme su tutto il territorio, ma anche ipotizzare nuovi modelli organizzativi integrativi.
Un altro aspetto critico riguarda la sostenibilità finanziaria della legge. Sebbene il Governo abbia promesso di stanziare fondi per supportare l’implementazione delle nuove misure, restano dubbi su quanto queste risorse siano sufficienti. In particolare, l’accesso al settore privato a carico del Ssn per compensare i tempi di attesa potrebbe rappresentare un onere finanziario significativo, se non adeguatamente controllato.
Concludendo, la legge sulle liste d’attesa rappresenta un passo importante verso la modernizzazione del sistema sanitario italiano, mirando a garantire tempi di attesa certi e un accesso più equo alle cure. Tuttavia la sua efficacia dipenderà in gran parte dalla capacità delle istituzioni sanitarie di attuarla efficacemente, dalla disponibilità di risorse adeguate e dalla collaborazione tra i vari attori coinvolti.
Le dichiarazioni delle diverse istituzioni, tra cui la Fnopi, riflettono un cauto ottimismo, ma anche una consapevolezza delle sfide che restano da affrontare. La strada verso un sistema sanitario più efficiente e giusto è ancora lunga e richiederà sforzi concertati e continui miglioramenti.
Antonello Cocchieri
Articoli correlati
- Professione infermieristica e Ssn: tra crisi e sostenibilità
- Flat tax del 15% su straordinari di medici e infermieri: conosciamo meglio l’imposta sostitutiva introdotta dal Decreto liste d’attesa
- Decreto liste d’attesa, Costantino (Aris): “Primo passo verso la fine dell’antagonismo pubblico-privato”
- Decreto liste d’attesa, parere positivo di UGL Salute: “Ora giudicheremo i fatti. Bene il riconoscimento del lavoro usurante per gli oss”
- Il decreto liste d’attesa è legge: cosa prevede e perché non piace agli infermieri
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento