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Lecce, ritardarono il trasferimento: sanitari condannati per la morte di un 16enne

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Lecce, ritardarono il trasferimento: sanitari condannati per la morte di un 16enne
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L’accusa ha provato alcune omissioni nel ricovero al “Fazzi” della vittima, già affetta da una patologia.

Si chiude con cinque condanne e due assoluzioni il processo di primo grado a carico di medici e infermieri, sette in tutto, accusati di omicidio colposo per la morte di Giuseppe Orlando, il 16enne di Taurisano (Lecce), deceduto per un presunto caso di malasanità il 17 ottobre 2014.

Il giudice Alessandra Sermarini ha condannato a due anni di reclusione ciascuno un operatore del pronto soccorso, due rianimatori, un internista e un neurologo in servizio presso l’ospedale “Ferrari” di Casarano (foto), concedendo comunque la sospensione della pena e la non menzione. Sono stati invece assolti un medico del 118, “perché il fatto non costituisce reato”, e un dottore della guardia medica, in quanto non punibile. In favore dei famigliari della vittima è stata disposta una provvisionale di 60mila euro.

Il giovane Orlando soffriva di una patologia conosciuta come “Acquedotto di Silvio”, una derivazione ventricolo peritoneale e il 16 ottobre del 2014 avvertì un malore. Visitato dal medico di guardia, sarebbe stato dimesso dopo un’iniezione contro i conati di vomito e il consiglio di bere molti liquidi. Le sue condizioni, però, non migliorarono. Anzi, si aggravarono al punto da rendere necessario l’intervento dell’ambulanza del 118. Da quel momento, secondo la tesi accusatoria, sarebbe stata commessa una serie di errori.

Nonostante fosse a conoscenza dei problemi fisici dello studente, il medico non avrebbe disposto il ricovero presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dotato del reparto di Neurochirurgia. Orlando sarebbe stato quindi trattenuto nel nosocomio di Casarano, dove i vari specialisti avrebbero temporeggiato in esami lunghi e complessi, ritardando il ricovero nel capoluogo salentino, dove Orlando morì il giorno dopo. In sede di udienza, il giudice per le indagini preliminari dispose un’integrazione d’indagine per accertare se il giovane poteva essere trasferito molto tempo prima.

Redazione Nurse Times

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

 

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