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GIET Toscana: “Stop alla confusione tra infermieri e volontari”

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Rapporto Pit Salute 2018: infermieri vittime dei tagli alla sanità
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Riceviamo e pubblichiamo le precisazioni del Gruppo infermieri di emergenza territoriale a seguito degli articoli pubblicati su alcuni organi di informazione.

Il Gruppo infermieri di emergenza territoriale (GIET) della Toscana, preso atto di quanto uscito nei giorni scorsi su alcuni organi di stampa locale riguardo alla riorganizzazione del sistema di emergenza urgenza della regione, ritiene necessario affermare che:

  • La confusione tra infermieri – personale laureato e specializzato,dipendente USL e responsabile dell’assistenza infermieristica generale (come sancito dal DM 739/94) – e volontari, che troppo spesso viene compiuta, continua a essere deleteria al fine di una corretta comprensione e promozione dei ruoli e delle loro prerogative da parte della cittadinanza. Riteniamo che quanto riportato negli scritti di alcuni organi di informazione sia ben lungi dal fornire un servizio di corretta informazione, rischiando di portare a confondere le due figure, entrambe fondamentali nel sistema ma con prerogative e competenze specifiche. Per questo motivo richiamiamo a una maggiore attenzione nel reperimento, utilizzo e divulgazione delle informazioni nell’obiettivo di informare, e non di disinformare.
  • Nel merito è impossibile non notare come, quando si afferma che unadiminuzione numerica del personale volontario di una unità (di questo si tratterebbe, secondo le indiscrezioni che trapelano sulla revisione della Legge 25/2001) negli equipaggi di soccorso, possa portare un supposto miglioramento nell’attività svolta dal sistema di emergenza territoriale, si parla senza possedere nessuna esperienza di tipo operativo. Al contrario, tale diminuzione porterebbe, e già porta, quando questo accade per motivi contingenti, a gestioni molto più problematiche degli interventi, con possibili ritardi nell’attesa di appoggi sul posto da parte di altro personale, gestioni molto più complesse e rischiose dei pazienti critici, problematiche di vario genere, anche per la semplice evacuazione dei pazienti dalle loro abitazioni. Abbassare gli standard numerici al di sotto del limite di sicurezza e buon senso, ad avviso degli scriventi, può essere molto rischioso per le persone che si vanno ad assistere. Si pensi, invece, a implementare e uniformare le risorse e le soluzioni tecnologiche, e a superare la varianza di modelli che esiste in regione Toscana, varianza che porta inevitabilmente a modelli di assistenza molto poco performanti, che vedono in alcune realtà l’impossibilità di accesso per l’utenza all’assistenza infermieristica. Tale livello di assistenza, laddove ben implementato, porta da anni risultati ottimali in termini di efficienza, efficacia e appropriatezza.
  • Il posizionamento dei professionisti sui mezzi nel posto accanto all’autista,dal momento dell’attivazione al momento dell’arrivo sul posto, è reso necessario sia dalla necessità di mantenere, da un lato, la più stretta aderenza ai protocolli internazionali di intervento e, dall’altro, il controllo diretto su attività e procedure delle quali il personale infermieristico e medico sono direttamente responsabili (valutazione della sicurezza dello scenario, invio degli stati, localizzazione corretta, corrette comunicazioni con la C.O., corretta assunzione del ruolo di team leading, che non può e non deve essere assegnato ad altri se non al professionista sanitario che opera sul mezzo). La sicurezza del cittadino che si trova in situazioni di emergenza urgenza, così come la completa gestione dell’evento in cui esso è coinvolto, non possono che essere affidate al personale professionista.
  • Il problema della guida delle automediche deve essere finalmenteaffrontato, trovando soluzioni operative idonee e proponendo eventuali modifiche normative che scaturiscano da un tavolo di confronto, già chiesto da più parti, evitando fughe in avanti o soluzioni non condivise che portino a un’ulteriore deprofessionalizzazione del sistema di emergenza della Toscana.
  • Si ritiene che si debba rivedere profondamente il sistema di valutazionedelle competenze del personale sanitario dipendente, così come di quello volontario afferente dall’associazionismo, istituendo un sistema di certificazione e ricertificazione periodica gestito da enti terzi, rispetto a USL e associazioni, così da garantire il massimo dell’imparzialità nelle valutazioni e della sicurezza per i cittadini assistiti. La formazione fatta e verificata “in casa” non dà, a nostro avviso, le giuste garanzie di imparzialità e sicurezza.

Per tutti questi motivi GIET Toscana si associa alla richiesta di aprire quanto prima un tavolo tecnico regionale, aperto a tutti gli attori, dove non vi siano posizioni privilegiate, per discutere finalmente della ormai improrogabile revisione del sistema di emergenza territoriale della regione.

GIET Toscana

 

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