Cosa si nasconde dietro un corso di venipuntura?
Il quesito, per quanto semplice, si porta dietro un dibattito vivace con coda di polemiche e prese di posizione (anche scomposte) sui social.
Dobbiamo partire dal principio di questa vicenda per provare a capire (anche se qualche sospetto lo abbiamo) cosa si nasconda dietro quel corso.
L’evento, dedicato alla venipuntura, era organizzato (perché di fatto è stato per il momento annullato) dal Collegio professionale dei TSRM di Bologna e tra i docenti era prevista la presenza di Pietro Giurdanella che, tra i ruoli, per caso è anche Presidente del Collegio Ipasvi del capoluogo emiliano.
Una presenza da una parte legittima ma politicamente inopportuna, per nulla passata inosservata da altri presidenti di Collegi Ipasvi e sui siti che parlano di infermieristica: con quella partecipazione al corso di venipuntura Giurdanella, di fatto, legittimava competenze per i TRSM non previste dalla legge.
La questione viene rilanciata dal nostro giornale con un articolo dal titolo “Giurdanella (Ipasvi Bologna) svende le competenze degli infermieri” (VEDI) e qualcosa accade: il Collegio professionale dei TSRM decide di rimandare il corso di venipuntura a data da destinarsi, con tanto di comunicato ufficiale.
La vicenda comincia a portarsi dietro qualche paradosso e inevitabili domande.
Una di queste la rilanciamo con il nostro giornale: come può il presidente di un Collegio infermieristico, qual è Giurdanella, non conoscere il profilo professionale dei TSRM?
E’ questo il suo modo di “essere pronto” per la professione?
Vorremo ricordare che sulla questione si sono già pronunciati personalità autorevoli come il giurista Luca Benci (VEDI), senza però mai arrivare ad una soluzione condivisa tra le due famiglie professionali.
Infatti da una parte c’è la posizione della Federazione dei TSRM che rivendica la stessa titolarità infermieristiche sulle tecniche di venipuntura e dall’altra c’è la Federazione Nazionale Collegi Ipasvi che, pur riconoscendo la venipuntura come una competenza “non di esclusa infermieristica” (pratica da medici e biologi n.d.r.) ha avviato un tavolo tecnico, comunicandolo con una nota inviata a tutti i Collegi (compresi quelli di Bologna e Parma).
Perché citiamo anche il Collegio della città Ducale? Perché se Giurdanella quel corso lo legittimava con la sua docenza, il presidente del Collegio parmigiano (Manici) si è schierato apertamente con la posizione del suo collega.
Una presa di posizione di coppia incomprensibile rispetto al contesto nazionale e a quanto proposto dalla Federazione Ipasvi che, è evidente, vorrebbe fare chiarezza su un ambito così discusso.
La vicenda, come detto, ha avuto la sua amplificazione anche sui social. Dal suo profilo facebook, il presidente del Collegio Ipasvi di Parma, Matteo Manici, riprende la questione del corso di venipuntura rimandato e sfarfalla parlando di “farfalla che sbatte le ali a Bologna e fa crollare un palazzo di (ipotesi) a Barletta”.
Riprendendo la battuta di un comico di Zelig, verrebbe da chiedersi: “Ma cosa avrà mai voluto dire?” il buon Manici. Noi sappiamo bene, o almeno abbiamo un fondato sospetto, cosa ci sia dietro quelle parole.
Però vorremmo tornare sulla questione: pur apprezzando la volontà di aprire ad altre famiglie professionali competenze che, secondo noi, restano di competenza esclusiva degli infermieri (come abbiamo ribadito nel nostro articolo), nonostante Giurdanella e Manici, c’è un quesito che meriterebbe risposta da parte degli infermieri italiani, i due autorevoli presidenti di Collegio spingono dalla stessa parte della Federazione Nazionale Collegio Ipasvi o intendono aprire una nuova stagione di divisioni interne che mirano esclusivamente ad ottenere posizioni di rendita?
Per questo la comunità infermieristica è rimasta sbalordita dal leggere l’incredibile commento del presidente Manici a difesa del suo collega di Bologna, docente in quel famoso corso di venipuntura.
Per questo ci permettiamo di dissentire con Manici a proposito del battito d’ali delle farfalle, ma piuttosto ritenere che a Bologna ci sia stato uno spiaggiamento di balene che hanno perso la rotta.
In una sanità italiana in cui gli infermieri fanno i tecnici di laboratorio analisi e in mancanza anche gli O.s.s., i tecnici di radiologia fanno venipunture, dove personale NON qualificato fa medicina d’urgenza (non avanzata), i medici fanno il lavoro che in quasi tutti gli Stati evoluti fanno i “tecnici del soccorso”, si forma personale per sopperire a carenze che andrebbero coperte adeguatamente da altri tipi di organizzazione sanitaria e da ben più corpose dotazioni organiche, salvo poi gridare alla malasanità al primo errore da cattiva organizzazione, scarsità di risorse e carichi di lavoro esorbitanti!
Massimo Randolfi
Foto: web
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