“Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Unione Lavoratori Sanità.
“Riteniamo inaccettabile che nel Servizio sanitario della Regione Lazio, dove mancano oltre 4mila infermieri (centro studi Fnopi), invece che assumere tramite la graduatoria aperta del concorso del Sant’Andrea, si proceda ancora ad appaltare il lavoro ad agenzie interinali e cooperative”. Lo dichiarano Anna Rita Amato e Antonino Gentile, del direttivo ULS – Unione Lavoratori Sanità Roma e Lazio.
“Nonostante i fuochi fatui da tempo accesi sulla trionfale uscita dal commissariamento della Regione Lazio – proseguono i sindacalisti ULS –, è sotto gli occhi di tutti che in diverse Asl si continuano ad approvare delibere con gare al massimo ribasso per affidare i servizi di assistenza infermieristica e di attività di supporto a soggetti privati. Come al Policlinico Umberto I di Roma, dove si vorrebbe autorizzare una spesa triennale in tal senso per un importo di oltre 48 milioni di euro, nonostante risultino circa 7.400 infermieri, che aspettano da mesi di entrare in servizio nella sanità regionale dopo l’ultimo concorso espletato all’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea. Cosa si aspetta ad accelerare le procedure di assunzione degli idonei? Perché si continua a precarizzare il lavoro degli operatori sanitari? Il lavoro in appalto è una vergogna e l’analisi dei costi relativi dovrebbe mettere in guardia gli amministratori della cosa pubblica”.
Concludono dal direttivo ULS Roma e Lazio: “Il taglio dei posti letto, unitamente al blocco del turn over del personale, ha depauperato di risorse la sanità del Lazio, in nome di un piano di rientro che ha di fatto reso nullo il diritto alla salute dei cittadini. Sollecitiamo il presidente Nicola Zingaretti e il suo assessorato alla Salute a intervenire immediatamente per porre fine alla stagione dei bandi di gara per esternalizzare il lavoro degli infermieri negli ospedali, nel sistema di emergenza-urgenza e sul territorio. Si metta un punto definitivo con la sanità in appalto e con i lavoratori precari”.
Redazione Nurse Times
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