Home Studenti CdL Infermieristica L’assistenza infermieristica in terapia intensiva neonatale: il modello Single Family Room
CdL InfermieristicaStudentiTesi di Laurea - NeXT

L’assistenza infermieristica in terapia intensiva neonatale: il modello Single Family Room

Condividi
L’assistenza infermieristica in terapia intensiva neonatale: il modello Single Family Room
Condividi

Grande successo editoriale di NurseTimes, quotidiano d’informazione sanitaria gestita da infermieri, diventata in pochi anni il punto di riferimento per tutte le professioni sanitarie.

NeXT è un progetto editoriale creato da Nurse Times dedicata ai neolaureati in medicina e infermieristica che potranno pubblicare la loro tesi di laurea sul nostro portale ([email protected])

La dott.ssa Alessia Medugno si è laureata in Infermieristica presso “La Sapienza” Università di Roma nell’a.a.2019/2020.

Presenta ai lettori di Nurse Times una tesi molto interessante dal titolo “L’assistenza infermieristica in terapia intensiva neonatale: il modello Single Family Room”

Introduzione

L’approccio all’analisi dell’efficienza del modello “Single Family Room” (stanza singola unifamiliare) ha preso avvio con la mia esperienza di tirocinio svolta in Erasmus a Valencia, presso l’“Hospital Casa de Salud”, dove il modello strutturale/architettonico presente è l’”Open Space”. Dal contatto con i genitori, ho potuto percepire il loro stato di sofferenza nel dover condividere un momento così personale con altri utenti e, nel non avere abbastanza privacy e attenzioni.

Nel modello “Open Space” inoltre, il neonato era sottoposto a maggiori stimoli esterni che minacciavano lo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale, specialmente nei prematuri.

Da qui parte la mia ricerca, finalizzata a trovare un modello che possa soddisfare dal punto di vista assistenziale le esigenze della famiglia; in particolar modo se esiste un’organizzazione strutturale/architettonica tale da garantire l’unità familiare e il suo coinvolgimento nelle cure assistenziali al neonato, se questo modello può essere applicato e riprodotto, come si realizza in esso l’assistenza infermieristica e quali sono i benefici della sua applicazione.

Dalle diverse ricerche condotte, approdo al modello “Single Family Room”.

Tale modello è già ampliamente diffuso nelle realtà ospedaliere europee e americane, presenti presso l’Ospedale Women & Infants del Rhode Island, l’Ospedale Cabell Huntington delWest Virginia, Karolinska University Hospital Huddlinge (Sweden), il Great Baltimore Medical Center, in Italia invece, è presente unicamente presso l’Ospedale San Gerardo di Monza, a partire dal 16 ottobre 2016.

Obiettivo dello studio

L’elaborato ha lo scopo di dimostrare come il modello “Single Family Room” sia efficace per un miglior processo di guarigione del neonato, reso possibile dalla vicinanza del genitore e, proporlo come esempio guida in tutti gli ospedali italiani.

Materiali e Metodi

Consultazione di banche dati quali: Pubmed, Cinhail, Schoolar, Scopus e di testi e riviste infermieristiche in materia neonatologica/pediatrica.

La Terapia Intensiva Neonatale

In Italia, l’assistenza specializzata al neonato è fornita dall’Unità di Terapia Intensiva (TIN o UTIN) secondo i diversi livelli assistenziali definiti dalla “Società Italiana di Neonatologia” e dalla “Società Italiana di Medicina Perinatale”.

Attualmente, la Rete Perinatale è articolata su due livelli di cura. Il secondo livello differisce dal primo per l’assistenza intensiva fornita alla donna e al neonato.

Nel PRIMO LIVELLO, le cure neonatali sono riservate ai neonati sani o con patologia intermedia. In questa tipologia di strutture, viene effettuata: la rianimazione, quando necessaria, il monitoraggio e la stabilizzazione dei neonati con situazione clinica non positiva, fino a che questi non vengano trasferiti presso altre strutture in grado di fornire assistenza adeguata alle loro condizioni cliniche.

Nel SECONDO LIVELLO, in cui le cure neonatali sono altamente specializzate, si hanno a disposizione apparecchiature sofisticate e all’avanguardia per poter sostenere le condizioni cliniche che mettono a repentaglio la vita del neonato, quali macchinari in grado di monitorare la funzione cerebrale, cardiovascolare, respiratoria e strumenti di Risonanza Magnetica e TAC.

Viene prestata assistenza a tutti i nascituri con diverse patologie riconducibili al Sistema Nervoso, all’Apparato Respiratorio, Cardiocircolatorio, Digerente, Locomotore e Genitale, al Sistema Endocrino e alle Malattie Infettive.

La Terapia Intensiva Neonatale è una struttura altamente specializzata in grado di accogliere i neonati prematuri, di basso peso alla nascita o affetti da patologie particolarmente gravi che necessitano di assistenza intensiva, attraverso il monitoraggio continuo dei parametri vitali, di supporto respiratorio e di posizionamento di accessi venosi centrali per la somministrazione di farmaci e di nutrizione parenterale.

L’umanizzazione delle cure infermieristiche e la Family Centered Care

L’ Assistenza Infermieristica si fonda sul concetto di to cure(curare) e to care (prendersi cura).

Dal concetto di care, nasce e si sviluppa la Care neonatale, definita come l’insieme di cure e premure rivolte al neonato pretermine e non, messe in atto dal personale infermieristico per rendere meno traumatico il passaggio dall’ ambiente intrauterino a quello ospedaliero. Ciò è reso possibile attraverso l’attenzione che viene posta nei confronti dell’ambiente in cui il nascituro si trova, della postura, del controllo del dolore e dell’integrazione della famiglia nel processo di cura.

Dall’importanza riconosciuta alla famiglia nel processo di cure al neonato, nasce e si sviluppa a partire dal 1958 la definizione del modello assistenziale Family Centered Care.

Questo si fonda su principi assistenziali riconosciuti dall’ Istitute for Family Centered Care nel 2005 quali:

  1. Riconoscere la centralità della famiglia nella vita del bambino
  2. Promuovere la normalità del funzionamento familiare, riconoscendo i suoi punti di forza
  3. Rispondere alle esigenze familiari
  4. Fornire informazioni il più chiare, precise e veritiere possibile
  5. Incoraggiare e facilitare l’accesso alla famiglia nell’ unità operativa.

Tutto ciò risulta essere potenziato nella Single Family Room.

Descrizione ambientale “Single Family Room e “Open Space”

La struttura della Single Family Room è caratterizzata da tre zone principali:

  1. una zona dedicata al paziente (patient zone) in cui è presente l’incubatrice del neonato e tutti i dispositivi elettromedicali necessari per l’assistenza (colonnina per erogazione di ossigeno, pompa infusionale, monitor per la valutazione dei parametri, ventilatore);
  2. una zona dedicata alla famiglia (family zone) composta da un lettino, un tavolino, una sedia, un armadio dove il genitore può riporre i suoi oggetti, e una sedia comoda utilizzata per la “Kangaroo Mother Care” e per altre tecniche di contatto con il neonato;
  3. un’altra zona (caregiver zone), zona dedicata al personale sanitario, che si prende cura del neonato, in cui è presente un lavabo, un fasciatoio e il materiale da utilizzare per le cure al neonato.

Particolarità delle camere ad organizzazione Single Family Room è la presenza, in ciascuna camera, di un cassetto refrigerato per contenere il latte materno, al fine di favorirne l’assunzione specialmente nei neonati prematuri, visti i numerosi benefici riscontrati.

La Single Family Room appare accogliente, spaziosa e personalizzabile in base alle esigenze della famiglia, con lo scopo di rendere l’ospedalizzazione meno stressante. Nelle stanze singole unifamiliari sono presenti dei dispositivi di chiamata connessi ad uno smartpager (dispositivo attraverso il quale i sanitari ricevono le chiamate e rispondono agli allarmi), così il genitore senza uscire dalla stanza, in completa comodità può richiedere assistenza. Le unità operative con struttura Single Family Room sono, quindi, composte da diverse stanze, in cui la famiglia può sostare 24 ore al giorno, in completa comodità.

In tale modello organizzativo strutturale si garantisce la privacy, il confort della famiglia e un’assistenza accurata, esempio eccellente di accoglienza familiare. Si ha quindi maggior opportunità di sviluppare un’adeguata Family Centered Care, interazione personale e pelle a pelle genitore-neonato, maggior successo nel processo di allattamento.

I genitori, grazie a questo modello strutturale e grazie all’applicazione del modello Family Centered Care, vengono incoraggiati a tenere e a stare a contatto più a lungo con il proprio bambino e vengono maggiormente coinvolti nel piano di cure, permettendo una più facile comunicazione tra il personale sanitario e la famiglia e consentendo al personale di potersi concentrare sulle esigenze personali di ciascuna famiglia, con l’obiettivo di garantire maggior benessere possibile.

Uno degli aspetti più importanti analizzato nel concetto della Care Neonatale è legato alla riduzione degli stimoli sonori e visivi, da cui il neonato prematuro deve essere protetto. Le camere unifamiliari, sono progettate per ridurre il più possibile tali stimoli, poiché nella struttura ad Open Space, non si può garantire questa protezione a causa della presenza di più cullette, di un maggior numero di utenti nella stanza e dei genitori dei bambini che fanno visita più volte al giorno. Per questa ragione gli infermieri non possono garantire la personalizzazione e la protezione dagli eccessivi stimoli sonori ed uditivi che non permettono un corretto sviluppo del Sistema Nervoso Centrale.

La riduzione degli stimoli sonori è garantita non solo dall’attività attenta all’interno della camera, ma anche dal doppio strato delle pareti e dal sistema di insonorizzazione.

Per quanto invece riguarda gli stimoli luminosi, nelle camere della struttura Single Family Room, l’illuminazione della stanza è progettata a basso livello per garantire il confort del neonato e della famiglia.

Nel caso di procedure che necessitano maggior luminosità, la luce può essere modulata in base alle diverse esigenze.

Tutto ciò ha uno scopo fondamentale ossia quello di avvicinare la famiglia al neonato, affinché il passaggio dall’ospedale a casa possa essere facilitato grazie all’educazione ricevuta dal personale infermieristico nelle cure neonatali.

A differenza della struttura organizzativa descritta, quella Open Space è costituita da un’unica stanza a spazio unico in cui sono posizionate le unità di degenza del neonato, ossia le incubatrici collegate ai dispositivi elettromedicali. È intuibile come non può essere garantita in modo integrale la privacy, il confort delle famiglie, poiché le cullette si trovano una di fianco all’altra e quindi le famiglie si trovano a condividere l’esperienza (che dovrebbe essere personale) con altri genitori.

Il ruolo dell’infermiere nella Single Family Room

Oltre alle cure assistenziali rivolte al neonato e all’ attenzione agli ambienti, l’infermiere sarà una guida per i genitori e quindi si occuperà di:

Fornire informazioni affidabili, chiare e sincere, poichè il genitore necessita sapere. In molti casi le informazioni riguardo la condizione di salute del proprio neonato sono scarse e questo aumenta il loro senso di ansia.

Educarli nel prendersi cura del neonato attraverso il cambio del pannolino, le cure del moncone ombelicale, spiegando l’importanza dell’allattamento al seno, del metodo marsupio e del contatto pelle a pelle.

L’infermiere dovrà inoltre ascoltarli, sostenerli, tranquillizzarli, facendo in modo che si sentano utili e parte integrante del processo di guarigione.

Risultati

Sono stati dimostrati, dai diversi studi scientifici, benefici derivati dalla permanenza delle famiglie nel nuovo modello strutturale /architettonico. Il neonato ha mostrato un maggior incremento di peso, minor rischio di infezione grazie al precoce allattamento, minor dolore, letargia, ipertonicità, miglioramento e stabilità dei parametri vitali (il tutto derivante dal contatto costante madre/neonato) e la diminuzione dello stress neonatale (resa possibile dalla riduzione degli stimoli sonori e luminosi). I genitori nelle stanze unifamiliari hanno riportato livelli di stress significativamente più bassi, grazie alle informazioni ricevute sullo stato di salute del proprio bambino e sul piano assistenziale da mettere in atto. Gli infermieri hanno descritto la stanza unifamiliare come un ambiente di lavoro più sereno e positivo, con conseguente diminuzione dello stress e burnout, ma anche una maggiore implicazione emotiva.

Conclusioni

Le analisi degli studi scientifici dimostrano come l’organizzazione “Single Family Room” abbia portato ad importanti cambiamenti assistenziali e, quindi, si può affermare che tale modello deve essere d’esempio ed adottato da tutte le Terapie Intensive Neonatali. Il personale sanitario e, in particolare, quello infermieristico deve avere una formazione specializzata per attuare l’assistenza personalizzata alla famiglia. Maggior attenzione alla cura porta ad una soddisfazione dell’assistenza da parte della famiglia e del personale sanitario. Lo scopo principale è, infatti, operare per il benessere del paziente, che in questo caso si configura con la famiglia tutta.

BIBLIOGRAFIA

  1. BOSIA Daniela, DARVO Gianluca, Linee guida per l’umanizzazione degli spazi di cura, 2015, in «TECHNE», n. 9, 2015, pp. 140-146.
  2. COOPER L. G., GOONDING J. S, GALLAGHER J., STERNESKY L., LEDSKY R., BERNS S. D., Impact of a family-centered care initiative on Nicu care, staff and families, in «Journal of Perinatology», n. 27, gennaio 2008, pp. 32-37.
  3. CUCCHI Augusta, GAGGIA Davide, MESSI Daniele, PANTANETTI Serena, Kangaroo Mother Care. Il metodo mamma-canguro: ultima sfida socioculturale per gli infermieri, in «Gli infermieri dei bambini GISIP», a. 2., n. 4, dicembre 2010, pp. 130-132.
  4. DCA 257/2017 REGIONE LAZIO.
  5. FEELEY Nancy, ROBINS Stephanie, GENEST Christine, STREMLER Robyn, ZELKOWITZ Phyllis, CHARBONNEAU Lyne, A Comparative Study of Mothers ofInfants Hospitalized in an Open Ward Neonatal Intensive Care Unit and a Combined Pod and Single-Family Room Design, in «BMC Pediatrics», vol. 20, n. 38, gennaio 2020, pp. 1-9.
  6. FESTINI Filippo, BIAGINI Irene, L’assistenza centrata sulla famiglia, in SOCIETÀ ITALIANA DELLE SCIENZE INFERMIERISTICHE PEDIATRICHE, «Gli infermieri dei bambini», a. 3., n. 28, febbraio 2008.
  7. GIORNALE ITALIANO DELLE SCIENZE INFERMIERISTICHE PEDIATRICHE (SISIP).
  8. GRUPPO DI STUDIO SULLA CARE, SOCIETÀ ITALIANA DI NEONATOLOGIA, Con ragione e sentimento. Le cure neonatali a sostegno dello sviluppo, Ed. Biomedia, aprile 2011 (a cura di Grazia Colombo; interventi di: Claudia Artese, Natascia Bertoncelli, Guido Calciolari, Valeria Chiandotto, Donata Clerici, Giovanna Colombo, Grazia Colombo, Giovanna Cuomo, Giovanna De Bon, Patrizio Sannino, Anna Serra).
  9. LESTER BARRY M., HAWES Katheleen, ABAR Beau, SULLIVAN Mary, MILLER Robin, BIGSBY Rosemarie, LAPTOOK Abbot, SALISBURY Amy, TAUB Marybeth, LAGASSE Linda L. and PADBURY James F., Single-Family Room Care and Neurobehavioral and Medical Outcomes in Preterm Infants, in «Pediatrics», vol. 134, n. 4, ottobre 2014, pp. 754- 760.
  10. Linee Guida del Ministero della Salute per il Trattamento del Dolore.
  11. Lo sviluppo della relazione primaria tra neonato prematuro e genitori, in «Terapia Intensiva Neonatale» (articolo sul pdf), traduzione di «Children’s Nurses – Italian Journal of Pediatric Nursing Sciences», a. 4., n. 3, autunno 2012, pp. 82-85.
  12. LIU Lisa Xiaoyang, MOZAFARINIA Maryam, AXELIN Anna, FEELEY Nancy, Parents’ Experiences of Support in NICU Single- Family Rooms, in «Neonatal Network», vol. 38, n. 2, 2019, pp.88-97.
  13. MARRINER Ann, I teorici dell’infermieristica e le loro teorie, Ambrosiana, 1989 (edizione italiana a cura di Piera Paoletti, Renzo Zanotti).
  14. MINISTERO DELLA SALUTE, Il dolore nel bambino. Strumenti pratici di valutazione e terapia, Rodorigo, 2014, pp.33-35.
  15. PADBURY James F., MD, VANVLEET Marcia W., MD, and LESTER Barry M., PhD., Building for the Future of Rhode Island’s Newborns, in «Medicine & Health/Rhode Island», vol. 93, n. 5, maggio 2010, pp. 134-138.
  16. PLAJA Francesca, CANNOVO Maria, Il bonding in terapia intensiva neonatale, in «Infermiere oggi», a. 20., n. 4, ottobre- dicembre 2010, pp. 22-24.
  17. POGGI CLIVIO Claudia (a cura di), Patologia e terapia intensiva neonatale, Editrice CSH, 1999.
  18. SILNES TANDBERG Bente, FLACKING Renée, TROND Markestad, GRUNDT Hege, Moen Atle, Parent Psychological Wellbeing in a Single-Family Room Versus an Open Bay Neonatal Intensive Care Unit, in «PLoS One», vol. 14, n. 11, novembre2019.
  19. SMITH T., CONANT REES HL., Making family-centered care a reality, in «Semin Nurse Manag», n. 8, 2000, pp. 136-142, in FESTINI Filippo, BIAGINI Irene, L’assistenza centrata sulla famiglia, in SOCIETÀ ITALIANA DELLE SCIENZE INFERMIERISTICHE PEDIATRICHE, «Gli infermieri dei bambini», a. 3., n. 28, febbraio 2008.

SITOGRAFIA

  1. https://www.fondazionembbm.it/media/33856/maggio_2018_premio_osser vatorio_il giorno-mb_maggio_2018.pdf
  2. https://www.monzatoday.it/salute/terapia-intensiva-neonatale-monza.html
  3. https://opi.roma.it/archivio_news/pagine/89/4_10.pdf
  4. https://www.opicomo.it/documenti/art_14_39.pdf
  5. https://www.ospedalebambinogesu.it/la-kangaroo-mother-care-nel- dipartimento-di- neonatologia#.Xx3dLi9aYdU
  6. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31996178/
  7. https://www.quotidianosanita.it/scienza-e- farmaci/articolo.php?articolo_id=66266
  8. https://www.regione.lazio.it/rl_sanita/?vw=contenutidettagli o&id=229
  9. https://www.researchgate.net/figure/Elements-of-family-centred-care- FCC-as-proposed-by-the-Institute-for-Family-Centered_fig4_47335303
  10. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1256_alle gato.pdf
  11. https://www.sisip.it/download/8-GISIP8b.pdf
  12. https://www.sisip.it/download/IdB28.pdf
  13. https://www.vita.it/it/article/2018/11/16/a-monza-apre-la-prima-tin-ditalia-con- single-family-room/149778/

Alessia Medugno

Allegato

Tesi “L’assistenza infermieristica in terapia intensiva neonatale: il modello Single Family Room”

Ultimi articoli pubblicati

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
Evento ECM a Bari: "La formazione e gli infermieri nell'università". Video intervista ad Angelo Mastrillo (UniBo)
CdL InfermieristicaNT NewsStudenti

Crisi profonda in infermieristica: drastico calo di iscrizioni e boom di posti vuoti nel 2024. Il report

Il report annuale 2024 sulla formazione e l’occupazione nelle 23 professioni sanitarie...

Manovra di Lesser: perché gli infermieri continuano ad aspirare durante le procedure iniettive?
CdL InfermieristicaInfermiere dell’EmergenzaNT NewsSpecializzazioniStudenti

Manovra di Lesser: perché gli infermieri continuano ad aspirare durante le procedure iniettive?

La manovra di Lesser, consistente nell’aspirazione durante l’esecuzione delle iniezioni intramuscolari (IM)...

Anno accademico 2018/2019: 308 posti in più per il CdL in Infermieristica
CdL InfermieristicaNT NewsStudenti

Vicenza, ammessi a Infermieristica anche con punteggio 1 al test d’ingresso

La crisi delle professioni infermieristiche si fa sentire con forza nel corso...

Domande di ammissione ai corsi di laurea delle Professioni sanitarie 2023-2024: -10,5% per Infermieristica
CdL InfermieristicaNT NewsStudenti

Crisi di iscrizioni a Infermieristica, un paradosso: tra crescente domanda di professionisti e disinteresse sociale

Di seguito un interessante contributo a cura di Antonello Cocchieri, ricercatore presso...