La tragedia, risalente al novembre 2016, è avvenuta in una Rsa milanese.
Una richiesta che potrebbe sembrare banale da parte di un’anziana paziente è costata molto cara a un’operatrice socio-assistenziale in servizio presso una struttura residenziale di Milano.
Il fatto. In data 3 novembre 2016 una donna 80enne ricoverata in una Rsa avrebbe chiesto all’Osa di aprire la finestra, generalmente chiusa con una chiave a disposizione esclusivamente del personale. Secondo quanto riferito, la paziente, affetta da depressione e altri disturbi psichiatrici, avrebbe desiderato far cambiare l’aria nella stanza. Soffriva di un disturbo bipolare e presentava un umore altalenante. In precedenza aveva compiuto gesti autolesionistici ritenuti però di tipo “dimostrativo”.
Non rendendosi conto del pericolo, l’operatrice avrebbe abbandonato la stanza. Dopo pochi minuti, al rientro in stanza, avrebbe trovato il letto vuoto. La donna si era tolta la vita, gettandosi nel vuoto. La dipendente è ora imputata di omicidio colposo. Avrebbe violato gli obblighi di controllo e vigilanza che le toccavano in virtù del ruolo ricoperto all’interno della Rsa.
Il pm Francesco De Tommasi, titolare dell’inchiesta, ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio dopo la denuncia dei famigliari della signora. La prima udienza davanti al Gup è fissata per il prossimo 10 maggio.
Simone Gussoni
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