Intemerata social dell’ex presidente del Collegio Ipasvi di Parma che chiede, agli infermieri di tutta Italia, di togliere i like alla nostra pagina facebook. Non è stato gradito (ma non ci sorprende) il nostro articolo sulla risposta dell’Aran al movimento dei “noisiamprontisti” per un confronto sul contratto
Infermieri di tutta Italia, armatevi di (mouse e tastiera) e partite (per la prima battaglia social del secolo).
L’invito, un po’ sinistro va detto, è firmato da Matteo Manici, l’ex presidente del Collegio Ipasvi di Parma, ora Ordine (decaduto per le dimissioni del suo ex consiglio direttivo a seguito di vicende giudiziarie dalle quali si è sempre dichiarato estraneo), nel gruppo facebook che rimanda al movimento “Noi siamo pronti”.
Cosa chiede di fare il buon Manici?
Di munirsi di computer e togliere i like (in pratica quel mi piace che solitamente si clicca sulle pagine del più grande social network mondiale) a Nurse Times.
Motivo?
Far capire al nostro giornale chi è “Noi siamo pronti”.
Un invito che, come detto, suona come una velata minaccia: sembra risuonare, a tal proposito, la mitica scena del film “Totò a colori”, nel quale il maestro Scanagatti, discettando in treno con l’onorevole Trombetta, si sentiva ripetere: “Lei non sa chi sono io”.
Ecco, il buon Manici, gridando a tutto il mondo infermieristico l’invito a togliere i like alla pagina di Nurse Times su Facebook, sembra voler dire con il dito puntato: “Voi non sapete chi siamo noi”.
Vorremmo rassicurare il buon Manici che, in maniera molto modesta, qualcosa sappiamo e probabilmente abbiamo anche capito del movimento “Noi siamo pronti”.
Sappiamo che è nato dalla spinta della senatrice Annalisa Silvestro; sappiamo che ambisce, quel gruppo, a guidare il governo nazionale del mondo infermieristico (la Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi o, come è meglio dire adesso, il nuovo Ordine delle professioni infermieristiche).
Sappiamo che hanno raccolto centomila adesioni su un quesito da facile propaganda, chiedendo ai sottoscrittori se volessero stare dalla parte di chi lotta per un maggior riconoscimento economico nel contratto (che è come voler chiedere se sei a favore della pace nel mondo).
Ma sappiamo anche (come si legge dai documenti ufficiali), che l’Aran ha gentilmente risposto al movimento “Noi siamo pronti” per ribadire che le trattative per i rinnovi contrattuali si svolgono con soggetti riconosciuti istituzionalmente.
Insomma l’Aran, seppur in maniera cordiale, ha voluto sapere chi fosse il movimento “Noi siamo pronti”.
E questo abbiamo scritto sul nostro giornale provocando, come immaginavano, la reazione scomposta dei promotori del movimento.
Che NurseTimes non lo digeriscono e, appena possono, lo denigrano anche con vignette che dovrebbero far ridere i loro seguaci, ma non fanno ridere nessuno (e per chi avesse la memoria corta ricordiamo il caso delle elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo del Collegio di Firenze – Pistoia).
Abbiamo raccontato un fatto (la lettera dell’Aran lo è) e loro si offendono, anzi minacciano velatamente, chiamando alla battaglia social tutti gli infermieri.
Com’è che recitava quella canzone? “La verità ti fa male”.
Salvatore Petrarolo
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