La carenza cronica di personale che affligge gli ospedali italiani costringe spesso Infermieri e Operatori Socio Sanitari a sforzi immani con il fine di garantire l’assistenza minima necessaria per ogni paziente.
I rimedi proposti per compensare le carenze organizzative e strutturali sono molteplici: un Coordinatore Infermieristico dell’Usl 5 Spezzino ha improvvisato una soluzione in vista dello sciopero degli Operatori Socio Sanitari e del personale ausiliario addetto alle pulizie.
Il Coordinatore ha emanato il seguente ordine di servizio:
Il turno smontante dalla notte dovrà “portare avanti alcune delle attività previste” nel turno successivo (interessato dallo sciopero) e fra le righe più di qualcuno ha inteso che questo fosse un invito agli infermieri del turno di notte a svolgere quelle attività che avrebbero dovuto svolgere gli OSS “scioperanti”.
Qualora questa interpretazione fosse corretta, ci ritroveremmo davanti a diverse irregolarità:
- Voler sostituire Ausiliari e Oss in sciopero con Infermieri;
- Obbligare gli Infermieri a mansioni inferiori assolutamente improprie come decretato nel famigerato articolo 49 del Codice Deontologico degli Infermieri.
Qualcuno potrebbe pensare che tale disposizione fosse riferita alle attività degli Operatori Socio – Sanitari ma il fatto che questi non siano mai stati presenti in tale realtà toglie ogni dubbio.
Non siamo a conoscenza dell’effettiva attuazione dell’invito del Coordinatore da parte degli Infermieri.
Ancora una volta è possibile osservare che, qualora manchi una figura generica, l’Infermiere venga quasi obbligato a scendere in campo sobbarcandosi oneri che nulla hanno a che vedere con quella che dovrebbe essere considerata una professione intellettuale.
Occorre precisare come una recente sentenza del Tribunale di Brindisi n. 1306/2017 (VEDI), abbia chiaramente definito come illegittima la pratica di costringere l’infermiere a svolgere (seppur nel solo caso in cui questo accada “costantemente”) funzioni da OSS, configurando in questo modo, di fatto, un’ipotesi di demansionamento.
Gli infermieri non possono accettare questo tipo di compensazione; se invece vi si trincera dietro l’alibi dell’“eccezionalità”, allora ci sembra giusto coinvolgere anche altre figure professionali come dirigenti medici, fisioterapisti, TSRM, coordinatori infermieristici, ecc.
Simone Gussoni
Fonti: Infermieristicamente
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