La sindrome di Münchhausen è un disordine psichico categorizzato nel DSM-5 alla categoria del “Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati”
La condizione di mental disorder che innesca nel momento in cui la persona ha necessità di attenzioni e tenderebbe a denunciare condizioni patologiche inesistenti o aggravamento di quelle già presentate.
In sostanza tale disturbo psichiatrico spinge le persone affette a riferire una malattia, inesistente, o addirittura un trauma psicologico per attirare attenzione e simpatia verso di sé.
La diagnosi di questa sindrome non è immediata; bensì la risultante di diversi esami eseguiti e risultati negativi associati ad accessi presso ambulatorio medico o pronto soccorso in misura elevata.
La persona che è affetta da tale disturbo è solitamente una persona sola, in cerca di attenzioni che pur di essere accudita arriva ad auto-lesionarsi per attrarre attenzioni e ricevere assistenza diretta da un’altra persona (personale sanitario e non).
Gli accessi seriali a punti di primo intervento (PPI) o presso lo studio del Medico di Medicina Generale (MMG) possono rivelare, qualora vengano escluse tutte le potenziali patologie che potrebbero interessare il paziente, depongono per la sindrome di Münchhausen.
Purtroppo coloro i quali sono affetti dalla sindrome in questione potrebbero diventare pericolosi per se stessi o per gli altri.
Il caso di Marybeth Roe Tinning ne è un esempio; questa madre fu arrestata, e confessò, l’omicidio dell’ultima figlia, e anche di altri 2 dei suoi bambini!
La storia risale agli anni settanta; ma vent’anni dopo negli USA ci fu il caso di Kathleen Bush che faceva ammalare la figlia di sette anni somministrandole sostanze tossiche e contaminando con materiale fecale la flebo che la alimentava.
Ciò che spingeva questa madre ad un atteggiamento così sconsiderato fu il bisogno patologico di essere considerata una buona madre; instancabile nel provvedere ai bisogni della figlia.
Altro fatto di croncaca nera è quell o che riguarda la signora Lacey Spears; condannata a 20 anni di prigione per aver provocato la morte del figlio di 5 anni.
La madre, fin da quando suo figlio era molto piccolo, portatore di sondino nasogastrico, aggiungeva sistematicamente sale per farlo star male per ottenere attenzione mediatica (era solita postare su Facebook foto del bambino malato!!!!).
Secondo quanto riportato dal prestigioso istituto “Miller” di psicologia e psicoterapia cognitivo comportamentale “le madri affette da questo disturbo mettono in moto un processo di convincimento per far credere al bambino di soffrire veramente di una malattia, possono anche arrivare a drogarlo, somministrargli sostanze nocive e velenose” .
Scorrendo tra le riga si legge ancora che “alcune caratteristiche di queste madri: nell’immaginario comune possono essere viste come dei mostri, egocentriche e non curanti del prossimo, mentre tali madri sono tipicamente colte, talvolta con una formazione di tipo infermieristico o comunque sanitario (anche se non laureate), molto collaborative [……].Appaiono come un esempio del genitore ideale, preoccupato e amorevole nei confronti del piccolo”
Da analisi di ricerca emergerebbe che la responsabile nel 90% dei casi sembrerebbe essere la madre (State of mind, 2014).
Infatti le madri affette da Sindrome di Munchanusen rivelano anche alcuni aspetti patologici, come: paranoia, convinzioni maniacali circa gli ipotetici problemi di salute dei loro bambini, e una personalità sociopatica.
Inoltre, non è insolito che queste donne siano state, a loro volta, vittime di abusi durante l’infanzia, da parte dei genitori.
CALABRESE Michele
Fonte:
www.rompereilsilenziolavocedeibambini.it
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