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La sanità dopo il voto: cosa prevede la “cura Meloni”?

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La sanità dopo il voto: cosa prevede la "cura Meloni"?
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Vediamo quali sono i punti principali contenuti nei programmi della coalizione di centrodestra e di Forza Italia, partito capeggiato dalla futura premier.

Dopo il verdetto delle urne, che ha sancito il successo di Fratelli d’Italia (primo partito con il 26,1% dei voti) e della coalizione di centrodestra (più del 44%), proiettando Giorgia Meloni verso la presidenza del Consiglio, ci si domanda se e come cambieranno le politiche nazionali in tema di sanità. Per capirne di più partiamo dai sette punti indicati nel programma unitario:

– Sviluppo della sanità di prossimità e della medicina territoriale, rafforzamento della medicina predittiva e incremento dell’organico di medici e operatori sanitari.
– Aggiornamento dei piani pandemici e di emergenza e revisione del Piano sanitario nazionale.
– Oltre la pandemia: ripristino delle prestazioni ordinarie e delle procedure di screening, abbattimento dei tempi delle liste di attesa.
– Estensione prestazioni medico-sanitarie esenti da ticket.
– Contrasto alla pandemia da Covid-19 attraverso la promozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali, come la ventilazione meccanica controllata e il potenziamento dei trasporti, senza compressione delle libertà individuali.
– Riordino delle scuole di specializzazione dell’area medica.
– Revisione del piano oncologico nazionale.

Al netto di proposte/promesse avanzate in modo un po’ vago e ovvietà presenti anche nei programmi altrui, c’è un un solo punto che si distingue per una certa originalità: l’ampliamento delle prestazioni medico-sanitarie esenti da ticket. Per comprendere l’entità di questo ampliamento e, in generale, le reali intenzioni della coalizione di centrodestra in tema di sanità bisognerà però attendere le prime mosse del nuovo Governo.

Quanto al programma di Fratelli d’Italia, la princilale novità è forse l’istituzione di una “autorità garante della salute, indipendente a livello amministrativo, con poteri ispettivi e di segnalazione alle autorità competenti, a cui ogni cittadino possa rivolgersi per carenze di qualità o mancato accesso ai servizi”. In altre parole, un’authority che, sulla scorta di quanto fanno quelle per la concorrenza e per la privacy, dovrebbe vigilare su eventuali casi di malasanità.

C’è poi un’indicazione rivolta a “promuovere la sinergia tra medici di base e sistema ospedaliero del territorio, anche attraverso una piattaforma centralizzata e informatica regionale di prenotazione per la diagnostica e l’ospedalizzazione, con la possibilità per i medici di base di effettuare un certo numero di prenotazioni urgenti in ospedale e centri diagnostici”.

Altro punto interessante è poi il “superamento del sistema di accesso alle facoltà a numero programmato e chiuso“, con “accesso per tutti al primo anno e selezione per il passaggio al secondo anno”. Infine vale la pena di sottolineare la volontà di “estendere i Lea alle cure odontoiatriche essenziali“, quella di potenziare la “figura dello psicologo scolastico” e quella di favorire un “incremento e un utilizzo del Fondo per la cura dei soggetti con disturbi dello spettro autistico”.

Staremo a vedere se le buone intenzioni si tradurrano in fatti concreti. Intanto ci si domanda chi sarà il prossimo ministro della Salute. Tanti i nomi circolati nelle scorse settimane: da Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana, ad Andrea Costa, attuale sottosegretario alla Salute; da Luca Coletto, responsabile Sanità della Lega, a Matteo Bassetti, infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova; da Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, a Letizia Moratti, assessore al Welfare della Regione Lombardia.

Redazione Nurse Times

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