Lynlee è venuta al mondo due volte. A sole 23 settimane di gestazione è stata estratta dall’utero in seguito alla scoperta di un tumore
Lo straordinario intervento ha permesso di salvarle la vita. La piccola è stata nuovamente riposizionata nell’utero venendo nuovamente alla luce alla 39ª settimana di gestazione.
La vicenda è accaduta presso il Children’s Hospital di Houston. Alla 16esima settimana di gestazione, i medici si sono accorti della presenza di un raro tumore chiamato teratoma sacrococcigeo. La madre, Margaret Boemer, ha deciso di acconsentire a sottoporre il feto ad un delicatissimo intervento chirurgico che, nella maggior parte dei casi, complica le cose anziché risolverle.
Ma Lynlee ce l’ha fatta. Dopo essere stata sottoposta all’intervento è stata reinserita nel grembo materno dove, dopo 12 settimane, è venuta alla luce tramite parto cesareo.
La tipologia di tumore che ha richiesto l’intervento immediato degli specialisti colpisce in media un neonato su 35.000.
“La situazione era grave – ha spiegato il co-direttore del Texas Children’s fetale center, Darrell Cass -. A 23 settimane di gestazione, il tumore era diventato quasi più grande del feto stesso e stava danneggiando le funzioni cardiache della bimba. Da qui la decisione di effettuare un intervento d’emergenza di chirurgia fetale”.
Poiché il tumore era così esteso l’operazione è stata molto delicata. “I chirurghi hanno dovuto estrarre il feto – continua il co-direttore -. E’ stato tenuto sospeso in aria, mentre il liquido amniotico fuoriusciva. Era una situazione drammatica”.
Durante l’intervento il battito fetale si è quasi fermato, ma l’equipe sanitaria è riuscita a ripristinarlo. Tutto è andato per il verso giusto ed il tumore è stato rimosso.
Dopo otto settimane dalla nascita è stato necessario sottoporre la neonata ad un nuovo intervento chirurgico.
“LynLee, infatti, aveva ancora una parte della massa tumorale – racconta il medico -. Questa bimba è nata due volte e nonostante tutto sta benissimo. Ora ha quasi sette anni ed è in perfetta salute”.
Simone Gussoni
Fonti: ilgiornale.it
Lascia un commento