Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Unione Lavoratori Sanità, che critica aspramente la pubblicazione dell’immagine di due professioniste intente a rifare un letto vuoto nel post sul concorso alla A.O. Sant’Andrea.
“L’infermiere non è addetto ad attività domestico-alberghiere in ospedale e la Regione Lazio dovrebbe chiedere scusa a migliaia di professionisti per la pubblicazione di un post su Facebook (vedi articolo, ndr) in cui si ritraevano altre figure sanitarie intente al rifacimento di un letto vuoto”, dichiarano Anna Rita Amato e Antonino Gentile dell’ULS Roma e Lazio.
Nonostante da anni si susseguano sentenze di Cassazione sul tema del demansionamento infermieristico, è imbarazzante dover assistere sul profilo social della Regione Lazio alla pubblicazione di un concorso pubblico alla A.O. Sant’Andrea, con relativa immagine che limita l’assistenza al paziente al mero riassetto del letto.
Dopo anni di tagli alla sanità, la Giunta Zingaretti si sarebbe voluta vantare di aver indetto il più grande concorso per infermieri da dieci anni a questa parte nel Lazio. Tale intento ha riscontrato immediatamente la sollevazione indignata degli infermieri, che sul post in questione hanno reagito con forza, contestando l’immagine utilizzata e diffusa alla gente per descrivere il loro lavoro quotidiano. Tanta indignazione è valsa a farlo cancellare dopo poche ore dalla pagina social istituzionale.
“In merito al concorso da 258 posti a tempo indeterminato dell’A.O. Sant’Andrea (di cui 49 riservati alla stabilizzazione dei precari e 58 alla mobilità nazionale) – osservano Amato e Gentile -, è utile precisare che non riteniamo risolutiva per la grave carenza organica nella sanità del Lazio l’immissione, sottratte le quote di cui sopra, di 151 nuovi infermieri che non lavoravano già nella sanità pubblica. Ci si dimentica sempre del blocco del turnover, dei pensionamenti, dell’età avanzata e delle assenze a vario titolo dei lavoratori”.
Concludono i due sindacalisti: “Purtroppo le condizioni di lavoro al limite, dovute alla drammatica carenza quotidiana di personale e sommate alla poca considerazione che le stesse istituzioni hanno della categoria infermieristica, rappresentata come rifacitrice di letti vuoti, dovrebbero indurre la Regione Lazio a fare meglio. In primis a schiarirsi le idee circa la professione che svolgono centinaia di migliaia di infermieri, mettendoli nelle condizioni di lavorare dignitosamente e garantire un’assistenza sempre migliore ai pazienti”.
Giuseppe Papagni
Lascia un commento