La Fials bacchetta la CIMO, un sindacato dei medici ospedalieri formato da uno sparuto numero di iscritti perché contrario alla delibera della regione Veneto sul riconoscimento delle competenze specialistiche degli infermieri
E’ sconcertante che nel 2020, l’anno in cui la comunità internazionale celebra le competenze degli infermieri e delle ostetriche (che rappresentano i 2/3 dei professionisti sanitari) una parte della rappresentanza medica affermi che nessuna professione può vantare di esprimere “competenze” senza il loro bene placido.
Così Giuseppe Carbone, Segretario Generale della FIALS, dopo aver appreso del ricorso al TAR Veneto da parte del sindacato CIMO contro la delibera della Regione Veneto emanata per attuare il disposto contrattuale che prevede che possa essere conferito un incarico professionale di esperto, ad elevata specificità professionale (sempre nell’ambito della disciplina sanitaria di riferimento), ad un dipendente del SSN esercente delle 22 professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
Lo abbiamo detto e continueremo a ribadirlo, ripete Carbone,: i professionisti sanitari non sono più professionisti “ancillari” del medico, poiché, che piaccia o non piaccia alla CIMO, vantano un riconoscimento professionale universalmente accreditato ed è assurdo e inaccettabile che la Dirigenza medica esprima critiche e si dimeni affinché il contratto di un altro comparto di contrattazione sia applicato con il loro condizionamento.
Abbiamo letto, non senza stupore del ricorso presentato dal Segretario Regionale della CIMO del Veneto, (tra l’altro vice Presidente della Federazione dell’Ordine dei Medici) sulla Delibera della Regione Veneto per il riconoscimento degli incarichi professionali: 24 pagine nere nella storia della Medicina.
Pagine e parole che i medici della CIMO e non solo, dovranno giustificare e saper sostenere agli occhi dei tanti professionisti con cui collaborano quotidianamente.
Considerando la frenesia di dettare e spiegare (a loro libera interpretazione) l’ordinamento sanitario alla Regione Veneto, alle organizzazioni sindacali del comparto e soprattutto ai professionisti sanitari, a noi della FIALS piacerebbe conoscere le leggi che invocano i medici, esclusivi e autodeterminati depositari dei diritti acquisiti nel corso degli anni .
A quale legge si fa riferimento per l’attribuzione degli incarichi professionali ai Dirigenti medici di un Pronto Soccorso Generale, che hanno però specializzazione in dermatologia?
Si dovesse seguire il discorso della CIMO, denuncia Carbone, potremmo dire che il 90% dei medici operanti ora nei pronto soccorso non dovrebbero prestare servizio lì o quantomeno non dovrebbero avere un incarico professionale, visto che non hanno competenze avanzate acquisite nella specialità di medicina d’urgenza.
La FIALS non è contro la professione medica e questo ci teniamo a sottolinearlo, perché crediamo che in sanità il cittadino per ottenere risposta ai propri bisogni di salute abbia bisogno di tutti, ma non permetteremo che rappresentanze sindacali e professionali dei Medici, ci riportino indietro al passato.
Il mondo intero ci esorta a valorizzare la figura dei professionisti sanitari, esperienze e letteratura scientifica (non opinioni di casta) giustificano il riconoscimento delle competenze avanzate a questi professionisti.
Per questi motivi la FIALS si costituirà ad opponendum verso il ricorso intentato dalla CIMO veneta, in difesa del diritto di valorizzazione contrattuale e della crescita professionale di tutte le 22 professioni sanitarie (infermieri, ostetriche professionisti sanitari tecnici, della riabilitazione e della prevenzione…) che operano per la tutela della salute individuale e collettiva. Diritto loro negato da più di 40 anni di contrattazione e riconosciuto per la prima volta, con questo rinnovo contrattuale.
Cari signori, conclude Carbone, è finito il tempo di professionisti ausiliarie, ancillari al medico!
Redazione Nurse Times
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