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La dott.ssa Veronica Esposito presenta la tesi infermieristica sul bambino prematuro e la CPAP

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La dott.ssa Veronica Esposito presenta la tesi infermieristica sul bambino prematuro e la CPAP
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La dott.ssa Veronica Esposito consegue la laurea in infermieristica presso l’università degli Studi di Siena dissertando la tesi dal titolo “Il bambino prematuro e la CPAP: il ruolo dell’infermiere nella prevenzione e nella gestione delle lesioni da pressione”

Presupposti per lo studio evidenze empiriche

L’idea di incentrare la mia tesi su questo argomento è nata in seguito alla mia esperienza di tirocinio nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale. Qui ho avuto la possibilità di approcciarmi con un tipo di paziente totalmente differente da quello incontrato in tutto il mio percorso di tirocinio clinico: il
bambino prematuro.
L’ambito della neonatologia mi ha affascinato molto per la sua complessità assistenziale e per le sue differenze in tutti i suoi aspetti clinici rispetto al paziente adulto.
Di tutte le criticità del neonato prematuro quella più complessa è l’immaturità degli organi che interessa principalmente i polmoni e la cute. Una delle complicanze più riscontrate nel prematuro, infatti, sono le lesioni da pressione che possono essere correlate all’utilizzo di devices, come la CPAP. Questi, essendo fondamentali per la sopravvivenza del neonato, non si può evitare il loro utilizzo, pertanto, è fondamentale prevenirne le complicanze.

Obiettivi dello studio

Gli obiettivi principali di questa tesi sono quello di dare maggiore importanza al neonato prematuro e alle complicanze dovuto all’utilizzo della CAP necessaria per la sua sopravvivenza. Inoltre è anche quello di analizzare e descrivere l’importanza del ruolo dell’ infermiere nella sua gestione e nella prevenzione delle Idd che tale dispositivo può provocare

Materiali e metodi

L’elaborato di tesi è articolato in quattro capitoli. Il primo descrive il neonato prematuro introducendo le sue caratteristiche e peculiarità partendo dalla classificazione in base all’età gestazionale e al peso fino a descrivere le complicanze relative all’ immaturità. Il secondo capitolo descrive la CPAP, il suo meccanismo d’azione e le complicanze correlate ad essa. Nel terzo capitolo viene descritta la complicanza maggiormente riscontrata, le lesioni da pressione; si inizia descrivendo le caratteristiche della cute e analizzando le differenze tra la cute del neonato e la cute dell’adulto, passando poi alla classificazione delle lesioni e alle complicanze correlate ad esse. Nel quarto e ultimo capitolo analizziamo il ruolo dell’infermiere in tutti gli aspetti; come valuta, previene e gestisce le complicanze e i metodi più utiliz-zati.
I materiali utilizzati sono stati articoli di riviste scientifiche su database come PubMed e Nilde, linee guida dell’OMS, raccomandazioni emanate dal Ministero della Salute e dall’Istituto superiore di Sanità, linee guida e protocolli specifici delle regioni, articoli di siti internet accreditati.

Esposizione risultati/discussione

Le lesioni da pressione necessitano di un’accurata valutazione e prevenzione di cui l’ infermiere è il primo responsabile. Nel mio elaborato si approfondiscono le diverse metodologie messe in pratica, dall’ infermiere in TIN, al fine di garantire al piccolo paziente il miglior nursing possibile nella prevenzione e gestione delle complicanze. Le metodologie utilizzate riguardano l’uso di scale di valutazione di diverso tipo e tutte prendono in considerazione i fattori di rischio per lo sviluppo delle lesioni da pressione. Altri due strumenti sono la classificazione NPUAP e lo strumento metrico a colori MGC specifico per il neonato prematuro.

Conclusioni

In base alle informazioni che ho raccolta per la stesura di questo elaborato, il punto cardine è che l’infermiere in TIN ha il compito di valutare, gestire e curare la pelle neonatale, purtroppo però, quest’ultimo si trova a dover utilizzare metodologie non redatte specificatamente per il neonato.

Tutto il team multidisciplinare che si occupa della cura del neonato utilizza conoscenze e strumenti riadattati al neonato sulla base delle evidenze scientifiche per l’adulto. Il rischio maggiore per l’infermiere è quello di sopravvalutare o sottovalutare una lesione, soprattutto perché non ha strumenti specifici per il neonato. In conclusione, sarebbe necessario redigere un protocollo o delle scale di valutazione nate appositamente per il neonato.

Tra quelle attualmente esistenti quella più utilizzata insieme alla scala Glamorgan è la scala NSRAS in quanto essa prende in considerazione tutti i fattori di rischio specifici per il neonato ed è quella di più facile utilizzo. Uno dei fattori di rischio è l’utilizzo dei devices, in particolare la CPAP, che ha una maggiore incidenza sull’ insorgenza di lesioni in quanto è la più utilizzata. L’infermiere ha il compito di prevenire l’insorgenza delle lesioni e uno dei principali interventi è quello di alternare le varie interfacce in tutto il trattamento con CPAP, quindi, alternare le cannule nasali con la maschera nasale per modificare i punti di pressione sulle narici e sulla mucosa nasale del neonato.

Dott.ssa Veronica Esposito

Tesi: Il bambino prematuro e la CPAP: il ruolo dell’infermiere nella prevenzione e nella gestione delle lesioni da pressione

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