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Riceviamo la tesi sperimentale della dott.ssa Quintiliani Beatrice
Gentile Direttore di NurseTimes,
mi chiamo Quintiliani Beatrice, dottoressa in Infermieristica presso l’Università degli Studi di L’Aquila, vorrei proporre ai vostri lettori il mio lavoro di tesi dal titolo “L’infermiere e il “cuore infranto”.
ABSTRACT
Si sta descrivendo una sindrome nota in ambito clinico come Tako-Tsubo, descritta per la prima volta in Giappone.
È una cardiomiopatia vera e propria, caratterizzata da dolore toracico, alterazioni della frequenza cardiaca e affanno, quindi una condizione che simula la sindrome coronarica, caratterizzata dalla disfunzione transitoria dell’apice del ventricolo sinistro.
In questa cardiomiopatia: una forma particolare assume il cuore derivante dalle alterazioni cinetiche acute del ventricolo sinistro. Le informazioni concernenti la sindrome sono limitate e basate solo su case-report o, in ogni caso, su un numero ristretto di pazienti. Una delle caratteristiche della patologia è che i pazienti descrivono un evento stressogeno (psicologico o fisico) prima dell’inizio dei sintomi.
La Tako-Tsubo è una cardiomiopatia ad insorgenza acuta che è stata introdotta nel mondo della cardiologia in tempi relativamente recenti: questa patologia è ancora da considerarsi enigmatica, data la sua eziopatogenesi multifattoriale e tutt’ora poco conosciuta.
Si presenta di solito nelle donne in menopausa, di 55-75 anni, ed ha un’incidenza nella popolazione generale di 1/36.000.
La cardiomiopatia Tako-Tsubo (TTC) è caratterizzata da anomalie della cinesi di parete del ventricolo sinistro peculiari, tipicamente conseguenti a stress psico-emotivo o fisico.
La disfunzione ventricolare sinistra è transitoria e si manifesta acutamente con sintomi e segni molto simili all’infarto miocardico acuto (IMA): oltre alla sintomatologia di esordio si manifestano cambiamenti elettrocardiografici che possono mimare un infarto miocardico acuto e si evidenzia minimo rilascio dei marker di necrosi cardiaca in assenza di malattia ostruttiva coronarica.
Sato fu il primo autore che definì questa disfunzione transitoria del ventricolo sinistro “cardiomiopatia di Tako-Tsubo”. Il termine Tako-Tsubo in giapponese significa “trappola per polpi”: Sato infatti si accorse che, nelle ventricolografie di questi pazienti, il ventricolo sinistro assumeva in sistole un aspetto peculiare, simile ad un’anfora a collo stretto, morfologicamente identico al vaso (tsubo) che i pescatori nipponici utilizzano per catturare i polpi (tako). Nel 2005 furono introdotti anche altri nomi per definire meglio questa sindrome come cardiomiopatia da stress e sindrome del cuore infranto.
La cardiomiopatia Tako-Tsubo presenta una sintomatologia molto simile a quella che sviluppano i pazienti con infarto miocardico acuto: in circa il 50-60% dei casi si sviluppa un dolore toracico a riposo molto simile a quello dell’angina, oppure, in circa il 18% dei casi, l’esordio si manifesta con dispnea.
La TTC si può presentare in comunità oppure in un ambito sanitario, durante esami diagnostici o durante il ricovero per un’altra patologia. In genere, i pazienti che sviluppano TTC a domicilio accusano dolore toracico o dispnea.
La diagnosi è prevalentemente di esclusione, dopo averla sospettata per gli aspetti peculiari all’ecocardiogramma, non esistono dati clinici, strumentali e di laboratorio specifici che definiscano tale patologia in fase acuta. All’ECG (figura2) osserveremo nella fase acuta un sopraslivellamento del tratto ST nelle derivazioni precordiali, che può essere associato a sopraslivellamento nelle derivazioni inferiori e laterali; in una percentuale di casi variabile fino al 40% in alcuni studi, l’ECG è caratterizzato dalla presenza di onde T negative profonde nelle derivazioni precordiali e talora anche inferiori.
L’evoluzione elettrocardiografica successiva è caratterizzata da una progressiva riduzione delle alterazioni della ripolarizzazione fino alla completa normalizzazione dell’ECG, che avviene in un periodo di tempo compreso fra alcune settimane e 2-3 mesi. L’uso dell’ecocardiogramma è quindi fondamentale per sospettare la diagnosi.
Fino a quando la diagnosi non è certa, il trattamento della sindrome di Tako-Tsubo si sovrappone a quello previsto in caso di infarto seguendo le stesse linee guida. Successivamente, una volta che la diagnosi è stilata la terapia verte sull’assunzione di farmaci quali ACE-inibitori, beta-bloccanti, diuretici e antagonisti dei recettori dell’angiotensina, con lo scopo di alleggerire il carico di lavoro cardiaco e migliorare la sintomatologia presente.
Ai pazienti che hanno sofferto di sindrome di Tako-Tsubo solitamente viene consigliato di rivolgersi a un esperto in tecniche di rilassamento e di gestione dello stress.
Generalmente la prognosi è buona, se non eccellente. In media la convalescenza ha una durata di un mese. Solitamente, dopo 4-6 settimane dall’inizio del trattamento è previsto un controllo ecocardiografico, che serve a valutare il processo di recupero.
Quintiliani Beatrice
Allegato
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