Proponiamo un contributo di Pierpaolo Volpe, esperto di precariato pubblico e contratti a termine.
La Commissione europea, a seguito delle numerose lettere di denuncia inviate dai precari pubblici italiani, soprattutto pugliesi, e all’audizione al Parlamento europeo in Commissione per le petizioni del 22 marzo 2017 (dove ho avuto l’onore e il pregio di intervenire in udienza pubblica), ha inviato al nostro Paese una lettera di costituzione in mora, concedendo alle autorità un termine di 60 giorni per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione stessa. Trascorso tale periodo, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato, e poi deferire l’Italia alla Corte di giustizia per inadempimento.
Ci aspettavamo a giorni la decisione della Commissione europea, in quanto il mediatore europeo, su mia personale denuncia, l’ha invitata a concludere l’iter della procedura di infrazione NIF 2014/4231 entro 60 giorni dalla sentenza Rossato della Corte di giustizia (08/05/2019). L’intervento presso il mediatore europeo si è reso necessario per contrastare il ritardo della Commissione europea nella trattazione della procedura di infrazione, che perdura oramai dal lontano 2014.
Si tratta di un risultato enorme, che premia le battaglie iniziate nell’ottobre del 2013, quando inondammo la Commissione europea di decine e decine di segnalazioni per denunciare l’utilizzo abusivo dei contratti a tempo determinato da parte dello Stato italiano, nonché il trattamento meno favorevole dei lavoratori pubblici precari rispetto ai lavoratori pubblici a tempo indeterminato comparabili.
Dott. Pierpaolo Volpe
ALLEGATO 1: Decisione della Commissione europea
ALLEGATO 2: Relazione del mediatore europeo
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