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Irlanda, infermieri e ostetriche minacciano sciopero di 24 ore

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Irlanda, infermieri e ostetriche minacciano sciopero di 24 ore.
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Carenza di personale e salari inadeguati alla base della protesta. Una decisione definitive sarà presa dopo le festività natalizie.

Con circa il 95% di adesioni gli infermieri e le ostetriche che prestano servizio in Irlanda, hanno minacciato di scioperare per 24 ore. Alla base della decisione c’è il malcontento di essere il più delle volte in short staff, ovvero con unità in meno, il che comporta disagi gestionali e soprattutto assistenziali. Ma c’è anche un’altra motivazione: la questione salariale. Ad ottobre è stato infatti offerto un rinnovo che poco cambiava la vecchia situazione, rifiutato dall’INMO (Irish Nurses and Midwives Organisation) e mai ritrattato.

Attualmente gli infermieri stanno portando avanti una campagna di protesta perché il salario attuale, rapportato a quello di altri professionisti, è di circa 7mila euro in meno, sebbene il numero di ore lavorative sia superiore. Inoltre, come già accennato, la questione della carenza di personale è un problema che a lungo andare sta portando problemi nella gestione del personale e, cosa più grave, ne potrebbe risentire l’assistenza fornita ai pazienti.

Il Governo irlandese ha preventivato un pacchetto di circa 20 milioni di euro, che potrebbe coprire parte delle questioni riguardanti la copertura delle quote salariali e un accesso più rapido alla promozione. Si stima che questo pacchetto aiuterebbe circa 20mila infermieri. L’eventule sciopero, comunque, preoccupa non poco, perché potrebbe creare disservizi nell’erogazione dell’assistenza.

Il segretario generale dell’INMO, Phil Ní Sheaghdha, ha dichiarato: “Le infermiere e le ostetriche irlandesi parlano con voce chiara. Questo voto riflette una profonda frustrazione nelle nostre professioni, che il Governo non può continuare a ignorare. Le infermiere e le ostetriche vogliono semplicemente fare il loro lavoro e prendersi cura dei pazienti in modo adeguato. Ma una bassa retribuzione ha portato a carenze di personale, compromettendo la sicurezza delle cure.

La presidente di INMO, Martina Harkin-Kelly, ha detto di non conoscere una sola infermiera o ostetrica che voleva scioperare, aggiungendo: Vogliamo solo andare avanti col lavoro che amiamo, ma la carenza di personale lo ha reso impossibile: abbiamo raggiunto un punto di rottura. Gli infermieri e le ostetriche scenderanno in piazza per chiedere che sia garantite loro maggior sicurezza e una retribuzione equa. I nostri pazienti meritano cure migliori ed è tempo che il Governo ascolti le voci di chi è in prima linea e risolva questo problema una volta per tutte”.

Una portavoce del ministro della Sanità, Simon Harris, ha detto di ritenere che si debba evitare un’azione di sciopero, riferendo di aver esortato le parti a lavorare insieme per evitare azioni inopportune. La portavoce ha anche detto che il Dipartimento della Salute incontrerà il comitato di supervisione per l’accordo di servizio pubblico dopo Natale per un ulteriore impegno.

Lo sciopero è previsto per il nuovo anno e l’ultima decisione sarà presa tra il 7 e l’8 gennaio. A quanto pare, si è davvero a un punto di non ritorno. Vedremo come si evolverà la situazione: da una parte ci sono infermieri e ostetriche sul piede di guerra, dall’altra un Governo che sembra intenzionato a collaborare per trovare una soluzione equa.

Antonio Caracallo

 

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