Ai tanti commenti sulle dichiarazioni rilasciate da Vittorio Sgarbi si aggiunge quello di Severino Borri, presidente del Collegio ligure. Riceviamo e pubblichiamo.
In questi giorni si è parlato del signor S. e delle sue dichiarazioni offensive per la professione infermieristica. Ritengo che alimentare le polemiche sia un modo per far parlare del signor S. e non degli infermieri.
A Lui rispondo che gli infermieri hanno il riconoscimento della società civile: al fianco dei malati, quotidianamente; con l’Ordine degli infermieri (oggi legge dello Stato italiano); con un’udienza privata dal Santo Padre; col riconoscimento della comunità scientifica, la quale dichiara che, dove ci siano gli infermieri in numero adeguato, si riduce la mortalità. E tanto altro ancora…
Non mi sento offeso dalle sue dichiarazioni. Sono orgoglioso di essere infermiere. Lui ha perso una buona occasione per osservare il silenzio, come l’ha persa chi ha tentato di difenderlo su una posizione indifendibile.
Oggi gli infermieri sono offesi dal sistema, che sembra essere cieco di fronte alle evidenze. Ci sentiamo offesi quando ci lasciano da soli con cinquanta o più malati da assistere, quando non ci riconoscono:
- le responsabilità a cui siamo sottoposti;
- come lavori usuranti;
- le competenze specialistiche che già svolgiamo;
- ci chiedono di fare i tripli turni col sorriso;
- gli incarichi di coordinamento e dirigenziali;
- l’equo compenso;
- le rivalutazioni delle indennità notturne ferme da 20 anni;
- la possibilità di fare libera professione intramuraria;
- un aumento contrattuale dignitoso (gli spiccioli se li possono tenere).
Per questo, oggi, gli infermieri sono profondamente offesi.
Il presidente
INFERMIERE Severino Borri
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