Con grande semplicità e umiltà, il presidente del collegio ipasvi di Grosseto uscente, dott. Nicola Draoli attraverso un video messaggio pubblicato sul suo profilo facebook si ripropone ai suoi elettori.
Questa redazione accoglie con favore l’accorato appello del presidente Draoli, da cui traspare tanta voglia di rinnovamento e passione per questa professione.
Abbiamo contattato il presidente uscente Nicola Draoli e abbiamo chiesto quali saranno le priorità in programma nell’eventuale rielezione.
Con il mio video messaggio ho chiesto ovviamente un voto per la lista in cui mi candido nella imminente tornata elettorale del Collegio IPASVI di Grosseto (“innovare nella continuità”) ma, più che questo, ho chiesto semplicemente di esercitare il nostro diritto/dovere di voto.
Il nostro programma politico c’è, è molto ricco, mette in luce quel che di positivo il Collegio di Grosseto ha fatto e deve quindi essere sostenuto e portato avanti e lo stesso fa con le tematiche che ancora non sono state affrontate o con ciò che deve essere meglio governato.
Non esisterà comunque mai azione di governo ordinistico che possa risolvere tutte le problematiche professionali e, anzi, ci sarebbe da discutere ore su quali sono poi le problematiche professionali che fatti salvi alcuni capisaldi che immagino comuni per tutti, sono forse difficilmente incasellabili.
La presenza infermieristica è infatti così variegata, diffusa, capillare e diversificata per ruoli e funzioni che ogni “micro gruppo” avrà la sua personale priorità di problematiche e la sua personale scala valoriale sui tanti ambiti professionali.
Su questo potremo anche aprire un capitolo sugli obiettivi comuni che tendono a soccombere agli obiettivi particolari ma lasciamo perdere.
Sarebbe ad ogni buon conto molto bello che in vista delle elezioni si potesse parlare di contenuti professionali.
Purtroppo, spesso, non è così. La vita dei Collegi è in genere poco partecipata, idem le votazioni che potrebbero essere, come in ogni votazione politica, il momento per chiedere una linea di governo precisa ed affrontare questioni di rilievo.
Possiamo individuare della cause in tutta questa disaffezione e superficialità?
Sicuramente i modelli rappresentativi di alcuni Collegi, spesso iper formali, autoreferenziali, timorosi di mostrare debolezze e più autoritari che autorevoli, ma anche tanto tanto pregiudizio.
L’Ente Collegio rappresenta, sulla carta, quanto di più rappresentativo possa esistere in ambito professionale….del resto non è altro che un gruppo di pari, una comunità che si identifica nella professione infermieristica, che sceglie al proprio interno i suoi rappresentanti.
Se questo assunto però non viene percepito è segno che qualcosa non quadra da entrambe le parti.
Chi dirige un Collegio deve, a mio avviso ed è quello che abbiamo tentato sempre di fare noi, porsi come un elemento di assoluta coesione identitaria.
Chi amministra un Collegio non è né migliore né diverso dagli altri.
È un collega che nella maggior parte dei casi non ha gettoni economici legati all’attività ordinistica e che per questo lavora come tutti gli altri…e non è positivo!
Che dovremmo volere, anche aumentando la quota allo scopo, colleghi full time a rappresentare la Professione (se vi suona irreale è perché, come scrivevo prima, i pregiudizi dilagano.
Se volete conoscere meglio la vita di un Presidente di una Provincia medio piccola scrivetemi pure…sono sempre felice di mettermi a nudo nella realtà della quotidianità che è fatta di caffè, preoccupazioni e poco sonno piuttosto che di poltrone e di convegni).
Chi amministra un Collegio è migliore nel momento in cui tutta la comunità professionale aspira a migliorarsi. Per fare questo bisogna che la comunità confluisca dentro il Collegio e viceversa.
Il leader di oggi deve essere un leader che costruisce ponti comunicativi, che fa della sua fragilità una forza, che non si eleva a scapito degli altri, che si pone come un tramite a cui spettano onori ed oneri conferiti dalla legge ma comunque specchio della comunità che rappresenta. Se la professione è debole, deboli sono i suoi leader e viceversa.
Un leader forte con una comunità debole ne pagherà prima o poi anche in prima persona lo scotto. Ecco perché, anche se la fatica e il pessimismo dilagano, ognuno di noi non solo sceglie i propri rappresentanti ma sceglie come questi agiscono plasmandoli con le azioni quotidiane di ogni singolo infermiere in ogni singola organizzazione.
La somma della buona infermieristica nella realtà lavorativa, là dove si lavora con scienza impegno e dignità (dal reparto, all’area funzionale, sino al Presidio Ospedaliero o alla Zona Distretto in un continuum di scatole cinesi) inevitabilmente porta i rappresentanti non solo a godere di una stima riflessa e di un maggior ascendente (a beneficio di tutti) nei confronti delle Aziende e della Politica, ma li obbliga ad adeguarsi ai modelli e ai pensieri vincenti che si esprimono nella realtà….o perlomeno li obbliga ad esprimere identico e più forte impegno dei “suoi” infermieri. Ecco perché se vogliamo leader validi dobbiamo essere prima di tutto validi noi stessi.
Una scarsa partecipazione tra l’altro non solo non risolve alcunché ma anzi legittima la nascita di rappresentanti che, anche involontariamente, cominciano ad operare con auto referenzialità, vuoi perché non hanno da chieder conto a nessuno, vuoi perché non fanno altro che essere specchio di una comunità disinteressata ed arrendevole.
Quello che ad esempio vogliamo fare noi con questa lista è far entrare nel direttivo molti giovani, sia anagraficamente che per esperienza politica.
Questo può essere un buon modo per farsi contagiare e plasmare da visioni diverse e divergenti perché non viziate dall’esperienza in Collegio.
Spesso per vedere le cose in modo nuovo basta allontanarsene e quale miglior modo di farlo con l’aiuto di chi già le vede da lontano?
Certo…richiede che “il vecchio” sia pronto ad accogliere “il nuovo” e anche questa non è prassi culturalmente diffusa che spesso lo si fa con l’ottica di dare “l’impronta” e garantirsi “la successione della specie”.
Scegliamo chi essere in ogni singolo momento. Con le elezioni possiamo esprimere chi siamo con ancora più forza indicando alla guida del Collegio, se non noi stessi, un nostro “specchio” valoriale e professionale.
Speriamo di vedere elezioni serene, partecipate e basate sui programmi professionali. Ci spero sempre. Ci spererò sempre. Da Presidente Uscente. Da iscritto al Collegio.
Da infermiere!
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