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Io mollo! La delusione di una studentessa in infermieristica…

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Raccogliamo e pubblichiamo due testimonianze che arrivano direttamente da internet, e precisamente dal social network Facebook, gruppo Infermiere Professionista della Salute. La prima di una studentessa in infermieristica V.L., l’altra di Veronica Gargiulo, infermiera.

La studentessa V.L. scrive giovedì 2 aprile

Buon pomeriggio a tutti

Con questo post vorrei esprimere il mio pensiero, il pensiero di una studentessa tirocinante al 2 anno di infermieristica delusa, super delusa da voi infermieri che non sapete trasmetterci la passione e la bellezza di questo lavoro che tanto esaltate.

Io mollo.

Mollo questo percorso non perché sono una debole, ma perché dalla vita voglio molto di più dell’essere un’infermiera che deve correre a destra e a manca per rifare letti, fare igiene e pulire carrelli. Ho girato 4 reparti, conosciuto molti infermieri e solo 2 degni di definirsi tali. Mi sono fatta un “culo” tanto a studiare sui libri cose che mai metterò in pratica o cose che fanno gli oss. ore e ore sulla movimentazione dei pazienti, sulle angolature dei letti su cose a mio avviso inutili, ma che per essere infermiera bisogna sapere. Ho fatto lo sforzo di studiarle perché volevo fare l’infermiera ma ho perso la motivazione…il primo giorno di tirocinio del primo anno, ben 4 infermiere sono venute a farmi un discorsetto: ma sei sicura di voler fare questo lavoro di “merda”?

GRAZIE, GRAZIE davvero. Grazie per avermi trattata da facchina porta pazienti in ogni dove, per avermi fatto ripulire letti e armadi, per avermi sfruttata per fare di tutto, tranne quello che in realtà avrei dovuto fare. Questo trattamento di lusso spetta alla maggior parte di noi tirocinanti e lo vedevo, lo vedo ogni giorno…ma io mi chiedo, PERCHÉ? Non credo che uno studente in fisioterapia per diventare tale debba fare queste cose…quindi cari infermieri, mi spiace dirlo ma molti di voi, moltissimi di voi sono solo bravi a parole. Invece di mostrare quello che vuol dire essere infermieri, ci fate fare tutt’altro.

In totale ho passato 8 mesi in reparto e secondo me, no…per fare l’infermiere non serve una laurea, o per lo meno adesso come adesso l’università in infermieristica è diventata una cosa improponibile…siamo impegnati tutto l’anno con 2 settimane di vacanza per cosa? Per vedere che tutto quello che studiamo non serve a una “cippa”?!?!? Per vedere che gli oss possono benissimo sostituirci? Sto via 11 ore da casa, sveglia alle 4 e torno alle 15 per cosa?!?! Per lavare pazienti e rifare letti?!?! Bella “merda”!

Scusate la lunghezza ma sono talmente schifata dal sistema in generale che mi sento di aver buttato 2 anni della mia vita.

Veronica Gargiulo scrive venerdi 3 aprile

Giorni fa in un post ho commentato la mia passione per la professione…ho ricevuto molte condivisioni, indice che tantissimi colleghi condividono e svolgono la professione con altrettanto amore. In questi giorni sono comparsi sfoghi di studenti tirocinanti, che spiegano di lasciare gli studi a causa della delusione che hanno riscontrato nell’affacciarsi verso la professione. Rifletto sulle tante parole che hanno usato…tipo non passerò la mia vita a fare letti o cure igieniche…cose che non mi competono. Almeno per quanto mi riguarda, la professione mi ha dato tante soddisfazioni ma anche molte delusionie così se permettete vorrei scrivere io una lettera a questi studenti….

Cari studenti

a scrivere e’ un infermiera con un’enorme passione per il suo lavoro. Sono la prima a chiedervi scusa per alcuni colleghi che secondo voi non sono bravi…ma vi assicuro che insegnare, quel che si sa, non è sempre così semplice…e non tutti sono in grado di trasmettere la passione per la professione ma non per questo vuol dire che non c’è.

Voi vi affacciate da poco verso “questo mondo” ma per chi ci lavora da tanto vi assicuro non è semplice. Cari studenti quante cose facciamo che non ci competono…che a volte ci fanno sentire insoddisfatti…sapete perché continuiamo a farlo? Non dimentichiamo mai che su quel letto c’è una persona…e non un foglio di carta…con competenze o non competenze. Purtroppo leggi, istituzioni, crisi economiche non ci danno una mano…lavoriamo in condizioni critiche…con tante responsabilità, che a volte ci logorano. Non vi arrendete, credetemi, anche per noi non è semplice ma lasciare significa darla vinta al sistema…continuate a lottare per i miglioramenti come stiamo facendo noi…ma non fine alla professione ma per migliorare l’assistenza verso il paziente che ha tutto il diritto di avere!

Non siate sfiduciati da chi non svolge bene la professione! Sappiate imparare dove si può imparare, perché vi assicuro che questo è un principio di vita!

Sappiate che il vero insegnante si sente soddisfatto quando il suo allievo (studente) lo supera. Questa è una professione dura che comporta sacrifici, rinunce. Voi siete il continuo delle nostre lotte! Non arrendetevi! Continuate! Ricordate senza sacrifici non si ottiene nulla! Non finalizzate tutto solo alla critica ma sappiate anche costruire.

Vi abbraccio

 

Mi associo a quanto detto dalla collega Veronica Gargiulo, invito la studentessa V.L. a non mollare e essere parte di quel cambiamento che gli infermieri (quelli che credono ancora nella professione) oggi chiedono con gran forza, perché consapevoli della loro condizione lavorativa, colpiti duramente dalle politiche di contenimento della spesa pubblica, dai tagli lineari che hanno inesorabilmente ridotto le dotazioni organiche facendo ricadere il peso di tutta l’assistenza sulla figura infermieristica come ampiamente raccontato in precedenti articoli. La situazione diventa insostenibile in molte realtà italiane.

Nursetimes vuole dare voce agli infermieri italiani e cambiare questo sistema che favorisce il demansionamento e toglie la dignità ad un’intera comunità professionale.

Noi ci saremo sempre…dalla parte degli infermieri!

Scriveteci le vostre esperienze

[email protected]

Giuseppe Papagni

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