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Io, infermiere neolaureato, combatto il Coronavirus alla mia prima esperienza lavorativa

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Vincenzo Pianese è un giovane infermiere di 22 anni. È originario di Villaricca, in provincia di Napoli, e si è laureato pochi mesi fa in Infermieristica presso l’Università degli studi di Napoli ‘’Luigi Vanvitelli’’ con votazione finale 108/110, durante la sessione che si è svolta nel mese di novembre 2019.

Mi sono laureato a novembre in infermieristica e ho iniziato subito dopo a fare affiancamento per iniziare a lavorare presso il 118, realizzando quello che è stato sempre il mio sogno. Appena terminato l’affiancamento mi sono trovato immerso nell’emergenza Covid-19, entrando a far parte della squadra che esegue i tamponi, quindi sono in prima linea”.

“Questa è la mia prima esperienza lavorativa. Ho 22 anni, mi sono laureato a novembre, e il mio primo intervento autonomo, dopo l’affiancamento, è stato proprio un tampone per coronavirus. Ho paura di sbagliare qualcosa nella svestizione e di portare il virus a casa dalla mia famiglia. Sono molto ansioso nel momento in cui arriva la chiamata.

Quando siamo sotto la casa del paziente perdiamo almeno mezz’ora per controllare se abbiamo indossato tutti i dpi nel modo corretto. Poi si perde un’altra oretta quando scendiamo e dobbiamo svestirci nel vano sanitario che è molto stretto.

A me è sempre piaciuto questo lavoro, ma non mi sarei mai aspettato di affrontare un’emergenza mondiale alla prima esperienza lavorativa. Ma ho fatto un giuramento e non ho paura di niente”.

Vincenzo Pianese svolge la propria professione in regime di libera professione, e di seguito spiegherà come si articola un intervento in caso di paziente con sospetta infezione da Coronavirus:

Quando arriva l’allerta dalla centrale, indossiamo tutti i DPI facendo molta attenzione di metterli in modo corretto. Usiamo addirittura 3 paia di guanti… eseguiamo il tampone e dopodiché dobbiamo svestirci nel vano sanitario. Il tampone si consegna all’automedica che lo porta all’ospedale di competenza per analizzarli ovvero il cotugno di Napoli, dopodiché noi andiamo a sanificare l’ambulanza in ospedale.”

Dott. Simone Gussoni

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