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Infiltrazioni mafiose, sciolta l’Asp Catanzaro

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Il provvedimento del Consiglio dei ministri arriva sei mesi dopo quello analogo nei confronti dell’Azienda sanitaria di Reggio Calabria.

A seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, a norma degli articoli 143 e 146 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (Dl 18 agosto 2000, n. 267), il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha deliberato lo scioglimento per 18 mesi dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e il contestuale affidamento dell’amministrazione dell’ente a una commissione di gestione straordinaria. “La situazione della sanità in Calabria è molto seria. Il rispetto rigoroso del principio di legalità sarà essenziale per aprire una stagione in cui il diritto alla salute venga effettivamente garantito. Questo il commento del ministro della Salute, Roberto Speranza.

In Calabria sono due le aziende sanitarie provinciali sciolte nel corso dell’anno per “accertati condizionamenti” della ‘ndrangheta. Lo scioglimento dell’Asp Catanzaro, decretato dal Consiglio dei ministri, segue a distanza di sei mesi l’analogo provvedimento adottato nei confronti dell’Azienda sanitaria di Reggio Calabria. La commissione prefettizia di accesso antimafia era stata insediata all’Asp Catanzaro agli inizi di dicembre 2018, all’indomani di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, l’operazione “Quinta Bolgia”, che aveva svelato presunte infiltrazioni di cosche di Lamezia Terme nella gestione di alcuni servizi aziendali. Ora è arrivata la decisione del nuovo Governo di sciogliere l’Asp.

“Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Asp Catanzaro – scrivono in una nota i parlamentari calabresi del M5S, Francesco Sapia, Bianca Laura Granato, Paolo Parentela e Giuseppe d’Ippolito – conferma la necessità e l’urgenza che l’intero Governo M5S-Pd prenda in mano al più presto la situazione della sanità calabrese, dotando le aziende del Servizio sanitario regionale di vertici capaci di garantire legalità e tutela della salute con indipendenza e coraggio. Il provvedimento del Consiglio dei ministri, analogo a quello che aveva già interessato l’Asp di Reggio Calabria, è indicativo della patologia principale da cui è affetto il Servizio sanitario della Calabria, cioè la sudditanza rispetto a un sistema di potere che finora ha potuto agire incontrastato, tra complicità e silenzi. Siamo certi che il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il ministro Luigi di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, raccoglieranno in prima persona questo nostro appello, anche perché sulla sanità calabrese non c’è più tempo da perdere”.

Redazione Nurse Times

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