Siamo generalmente abituati ad immaginare l’INFIAMMAZIONE come un evento patologico che provoca sintomi evidenti e conclamati (dolore, gonfiore, rossore..) come ad esempio un artrite o un mal di gola o la puntura di un insetto; queste sono infiammazioni LOCALI, cioè situate in una sede specifica del corpo. E sono la reazione naturale del corpo per difendersi da qualcosa che ritiene potenzialmente pericoloso: che sia per neutralizzare le tossine di un insetto o un batterio o ridurre il movimento per consentire la guarigione di una caviglia slogata, l’infiammazione è vitale per la nostra sopravvivenza.
Il problemi sorgono quando l’infiammazione sfugge al controllo; ovvero l’infiammazione deve rappresentare un fenomeno di breve durata e non deve persistere per periodi prolungati né deve diventare uno stato permanente come invece accade a tantissime persone. Se il corpo è sotto continuo attacco per l’esposizione a sostanza irritanti o altri fattori (vedi dopo) la risposta infiammatoria dell’organismo perdura (con produzione di una serie di sostanze che danneggiano le cellule, produzione di radicali liberi e molto altro) e si diffonde in ogni parte del corpo, diventando sistemica.
L’INFIAMMAZIONE SISTEMICA è quindi una condizione in cui i processi infiammatori sono cronicamente stimolati a bassi livelli, interessando l’intero organismo. In questo modo, per lungo tempo possono non comparire sintomi ma avvengono però piccole alterazioni a livello metabolico, immunitario ed endocrino che possono alla fine esitare in malattie, anche gravi.
In accordo con le teorie evoluzionistiche più recenti, l’infiammazione è una delle modalità più antiche (ed efficaci) con cui l’organismo risponde ai diversi stimoli esterni e manda segnali di allarme.
Un’infezione virale, l’inquinamento, lo stress, la mancanza di sonno, l’alimentazione sbagliata o il contatto con un allergene a cui si è sensibili determinano sempre un aumento dei livelli di infiammazione.
Senza un’adeguata risposta infiammatoria, una ferita anche banale non potrebbe guarire e diventerebbe quindi un rischio mortale. L’infiammazione, come lo stress è però una risposta di emergenza: tanto necessaria quanto deleteria se costantemente attiva.
E’ ormai chiaramente dimostrato che i processi infiammatori cronici sono alla base di molte patologie moderne come le malattie cardiovascolari, l’ipertensione arteriosa, la demenza, il diabete, l’obesità, i tumori, le malattie reumatologiche, l’osteoporosi etc.
Come segnalato dalla famosa rivista Science, l’individuazione dell’infiammazione quale meccanismo patofisiologico preminente nelle malattie croniche è una delle più grandi intuizioni degli ultimi dieci anni (Scienze, 2010).
CAUSE DI INFIAMMAZIONE
STRESS cronico induce nell’organismo uno stato infiammatorio cronico attraverso la produzione di citochine infiammatorie (IL 1, IL 6, TNF alfa) e queste ultime stimolano la produzione del cortisolo creando un bel circolo vizioso!
ALIMENTAZIONE con una sensibilità diversa da soggetto a soggetto alcuni cibi possono favorire uno stato infiammatorio: latte e derivati, cibi contenenti glutine (grano etc.), cibi ricchi in omega 6 (olio di girasole etc.), troppi zuccheri
ATTIVITA FISICA se intensa e prolungata causa infiammazione (e l’infiammazione provoca una riduzione della massa muscolare!)
OBESITA’ causa infiammazione (e l’infiammazione non aiuta a dimagrire!); in presenza di infiammazione cambia la distribuzione del grasso (aumenta quello viscerale) e si favorisce l’insulino-resistenza
- FUMO
- DISBIOSI INTESTINALE (COLON IRRITABILE)
- ALLERGIE
- IGIENE DELLA BOCCA NON CURATA
- DISTURBI DEL SONNO (poche ore di sonno, sonno disturbato..)
- ACIDOSI
- INFEZIONI CRONICHE (virus, batteri, parassiti)
- CARENZA DI SOSTANZE come la vitamina D, gli omega 3 etc.
- CARENZA DI OSSIGENO nel sangue e a livello cellulare (per cattiva respirazione, fumo, anemia etc.)
- TOSSINE: PESTICIDI, METALLI TOSSICI (piombo, alluminio etc.)
- INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO E NON SOLO
- INVECCHIAMENTO
E’ importante sottolineare che la risposta individuale al medesimo stimolo infiammatorio è molto variabile: predisposizione genetica, eventi di vita traumatici (soprattutto nelle prime fasi della vita), stress cronico e malattie croniche, influenzano in maniera determinante la vulnerabilità di ogni individuo a sviluppare infiammazione.
SINTOMI DI INFIAMMAZIONE CRONICA
Sono numerosi, diversi e aspecifici: ritenzione idrica, difficoltà a perdere peso, stanchezza, cefalea, disturbi del sonno e dell’umore e molti altri. A questi vanno aggiunti quelli dovuti al problema presente (intestinale, allergico etc.) e molti altri.
Interessante sottolineare che la produzione in eccesso e/o per lunghi periodi delle citochine infiammatorie a livello cerebrale contribuisce a produrre alterazioni cognitive e del tono dell’umore (depressione etc.-vedi dopo-). Le citochine infiammatorie possono arrivare al cervello da altre parti del corpo attraverso la circolazione sanguigna, oppure (e questa è una novità relativamente recente) essere prodotte direttamente nel cervello dalle cosiddette cellule gliali in risposta a stimoli del sistema immunitario periferico (vedi dopo).
Come già detto, nella maggior parte delle malattie croniche oggi conosciute è presente uno stato di infiammazione cronica.
INFIAMMAZIONE E INVECCHIAMENTO
Le citochine pro-infiammatorie sono coinvolte nell’APPRENDIMENTO, nella MEMORIA e nella modulazione del DOLORE CRONICO.
Nonostante l’INVECCHIAMENTO sia un processo molto complesso è ormai chiaro che invecchiamo perché si sviluppa uno stato infiammatorio cronico di basso grado, asintomatico, scientificamente detto INFLAMMAGING (dalle parole infiammazione e invecchiamento – aging).
In altre parole uno dei fattori principalmente implicati nell’accelerazione dell’invecchiamento e nei disturbi della memoria è l’infiammazione cerebrale e periferica !!
CHE FARE ?
Una diagnosi precoce di questo stato pro-infiammatorio può essere fatta tramite la BIA-ACC – cioè la misurazione della composizione corporea. Necessari sono inoltre ESAMI DEL SANGUE specifici, da valutare nel corso della visita medica.
In tal modo è possibile mettere in atto cambiamenti nello stile di vita e specifici trattamenti capaci di ridurre l’infiammazione, agendo sulle cause che la mantengono e quindi rallentare l’invecchiamento e le malattie associate.
Un esempio è consumare cibi di ricchi di sostanze anti-infiammatorie, assumere integratori a base di piante, ridurre lo stress aumentando la quantità e la qualità del riposo (sonno compreso).
INFIAMMAZIONE E SOVRAPPESO
E’ molto difficile perdere peso in presenza di una condizione di infiammazione silente e d’altro canto l’obesità stessa è caratterizzata da uno stato infiammatorio: man mano che aumenta il tessuto adiposo, aumenta anche il numero di macrofagi che producono (come le stesse cellule del tessuto adiposo) delle sostanze chiamate adipochine che favoriscono l’infiammazione; si crea un circolo vizioso che rende difficile la perdita di peso!
Una dieta ricca in zuccheri stimola la produzione di un eccesso di insulina che “infiamma” il corpo; viceversa uno stato infiammatorio aumenta l’insulino-resistenza.
IL CERVELLO INFIAMMATO
Gli effetti negativi dello STRESS CRONICO, della DEPRESSIONE e di altri disturbi psichici sul sistema immunitario sono conosciuti da molto tempo (è esperienza di molti che “sotto stress” le difese immunitarie si riducono ed è più frequente che si presenti un herpes labiale o un raffreddore..)
Negli ultimi anni è stato dimostrato che il percorso può essere inverso: un’attivazione del sistema immunitario può contribuire a generare DEPRESSIONE, ANSIA E DISTURBI COGNITIVI passando attraverso una condizione di infiammazione cronica sistemica, cioè che interessa tutto l’organismo.
Come prova a favore di ciò le ricerche hanno evidenziato che nei pazienti con DEPRESSIONE vi è una elevata concentrazione nel sangue e nel liquido cerebrospinale di sostanze che l’organismo produce quando si trova in uno stato infiammatorio. Queste sostanze note con il nome di CITOCHINE (esempio IL 1, IL 6, TNF alfa) sono molecole che permettono la connessione e la comunicazione tra le cellule del sistema immunitario e non.
Queste citochine, agendo a livello cerebrale, inducono una condizione di “infiammazione del cervello” nota come SICKNESS BEHAVIOR (COMPORTAMENTO DI MALATTIA) caratterizzata dai seguenti sintomi:
- mancanza di appetito e/o nausea
- stanchezza
- depressione e/o bisogno di solitudine
- sonnolenza
- mal di testa
- aumentata sensibilità dolorifica (iperalgesia)
- aumento della temperatura corporea (febbricola o febbre)
Quasi tutti abbiamo avuto esperienza di questi sintomi dopo un evento particolarmente stressante!
Molti di questi sintomi sono gli stessi che si presentano in corso di infezioni virali e/o febbrili, situazioni in cui l’organismo produce le stesse citochine infiammatorie.
dott. Vito Causarano
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