Gentile Direttore di NurseTimes,
siamo lieti che in un momento difficoltoso come quello pandemico che stiamo vivendo, la nostra amata nazione stia ottenendo ottimi risultati.
In passato abbiamo affrontato momenti molto bui, ma ora, grazie alla somministrazione vaccinale e al periodo estivo, stiamo iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel.
Siamo infermieri e con tutte le nostre forze, professionalità, dedizione e amore abbiamo combattuto in prima linea nella pandemia da SARS-CoV-2.
L’isolamento dalle nostre famiglie, l’uso delle mascherine per tutta la giornata e il dolore erano diventati i pilastri della nostra giornata. Sofferenza, tristezza e morte erano diventati la quotidianità.
Una tuta di protezione, due paia di mascherine, uno schermo facciale, calzari e tre paia di guanti erano diventati da DPI contro il virus, gli unici nostri dispositivi di protezione emotiva, gli unici che riuscivano efficacemente a nascondere il dolore e le lacrime per le perdite quotidiane davanti ai nostri assistiti. Imparare a leggere l’animo dei colleghi attraverso la vista dei soli occhi è stata una sfida imponente, ma con il tempo è diventata la nostra sola fonte di vicinanza e conforto. Da essere soccorritori siamo diventati vittima della sofferenza tanto disconosciuta dalla massa.
Nonostante tutto ciò, è stato un piacere vedere la sconfitta del virus grazie alla tenacia di tutti noi professionisti.
Amiamo la nostra terra, e per questo, siamo preoccupati che gli sforzi resi fin d’ora possano essere vanificati dal futuro occupazionale degli infermieri.
Siamo infermieri con contratto a tempo determinato che lavorano presso le diverse Asl pugliesi e diversi presentano un contratto di semplice pronta disponibilità. A causa del concorso regionale per infermieri, alla mobilità e alle diverse assunzioni che si stanno verificando attingendo dalla graduatoria del concorso regionale, il nostro futuro è altamente incerto.
Non vogliamo essere definiti eroi, tanto meno essere semplicemente ricordati per una moneta. Il nostro valore è molto maggiore di 2 euro. Desideriamo che la professione infermieristica venga riconosciuta come tale e che venga posto termine al precariato.
In un momento critico come questo, sarebbe molto importante, necessario e saggio investire nella sanità regionale e nell’assistenza domiciliare, forse prendendo a riferimento sistemi sanitari esteri o settentrionali.
Molti di noi hanno dovuto abbandonare la “tuta spaziale” per dare assistenza in corsia, essendo stati assegnati nei vari reparti coprendo la mancanza di personale.
Questo non vuol dire che il nostro cuore abbia dimenticato il dolore, la morte e la sofferenza che un virus, associato all’incapacità gestionale dell’emergenza per carenza di personale e infrastrutture, abbia comportato.
Amando la nostra regione, amando l’Italia e volendo garantire assistenza a tutti in equa misura, come d’altronde fanno i veri professionisti, chiediamo alla politica e alle amministrazioni di non dimenticare, di non pensare che tutto sia passato. Il passato è il miglior maestro di vita per chi, con umiltà, riconosce i propri sbagli e mancanze.
Quindi, potenziamo la sanità Pugliese e nazionale, lasciando alle spalle i “tagli” e permettendo ai precari che hanno dato l’animo in questa pandemia di continuare a fare ciò per cui hanno studiato, sognato e hanno dimostrato di essere in grado di fare.
Gruppo infermieri “new precari don’t stop”
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