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Infermieri pediatrici, Caip Torino chiede chiarimenti sul protocollo d’intesa Fnopi-Sipinf

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Infermieri pediatrici, Caip Torino chiede chiarimenti sul protocollo d'intesa Fnopi-Sipinf
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Di seguito la lettera sottoscritta da Graziella Costamagna e Carmine Creazzo, rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione di Albo degli infermieri pediatrici torinese, nonché da Patrizia Corsa, Guglielmo Marciano, Liliana Vagliano (commissari Caip), e indirizzata a Barbara Mangiacavalli, presidente nazionale Fnopi, a Laura Barbotto, presidente nazionale Caip, e a tutti i presidenti provinciali Caip.

Apprendiamo dai media e dal sito istituzionale Fnopi della sottoscrizione del protocollo d’intesa tra la Fnopi e la società scientifica Sipinf (Società italiana di pediatria infermieristica, ndr). Riportiamo di seguito integralmente le Sue parole, Presidente : L’infermieristica pediatrica si sta configurando sempre di più come una vera e propria specializzazione della laurea in Infermieristica, e come tale avrebbe senso che fosse portata avanti a livello ministeriale e universitario per qualificare ancora di più chi la rappresenta”.

A tal proposito vorremmo rammentare una frase pronunciata nel lontano XIX secolo: “I bambini malati richiedono un’assistenza infermieristica distinta e le infermiere pediatriche richiedono una formazione distinta (Wood C.I. The training nurse for sick children. The nursing record 1888)”.

Ci chiediamo come mai un tema così importante non sia stato condiviso in via preliminare dalla Caip nazionale con le Caip provinciali. E come mai sia stata sentita solo una delle associazioni scientifiche o del terzo settore che rappresentano oggi in Italia l’infermieristica pediatrica. La discussione sarebbe stata sicuramente più ricca e avrebbe contribuito a mettere in luce cosa gli infermieri pediatrici oggi si aspettano dalla “famiglia” professionale che li rappresenta.

Con l’onestà intellettuale che ci contraddistingue e per il ruolo tecnico ordinistico che ricopriamo come componenti Caip, siamo a chiedere un chiarimento e un approfondimento in merito a quanto commentato da Lei pubblicamente. L’infermieristica pediatrica NON è una specializzazione né dell’infermieristica né di nessun’altra professione sanitaria attualmente riconosciuta dalla legislazione italiana (ostetricia, fisioterapia, tecnico di radiologia sanitaria, ortottista, etc.).

Sembra superfluo ricordare che le funzioni dell’infermiere pediatrico sono individuate dal relativo profilo professionale di cui al Decreto ministeriale n. 70 del 1997. L’infermiere pediatrico è il professionista sanitario che, in possesso del titolo abilitante e dell’iscrizione all’Ordine delle professioni infermieristiche, è responsabile dell’assistenza infermieristica pediatrica. Gestisce e attua interventi di tipo preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo nei confronti di neonati, bambini e adolescenti fino al diciottesimo anno di età, nonché nei confronti della famiglia e della comunità relativamente a interventi di educazione sanitaria e promozione della salute. La specificità della figura professionale è data dalle conoscenze e dalle competenze che il professionista acquisisce durante la formazione universitaria triennale, che applica in relazione alle diverse patologie sia pediatriche sia dell’età evolutiva.

Gli ambiti occupazionali nei quali l’infermiere pediatrico esercita in regime di dipendenza e/o libera professione sono:

  • Ospedale
  • Territorio
  • Domicilio
  • Comunità infantili
  • Scuole

Nei citati contesti operativi sarebbe opportuno:

  • Sensibilizzare le Regioni ad attuare procedure di assunzione del profilo di infermiere pediatrico al fine di garantire un livello di competenza adeguato al “Codice del diritto del minore alla salute e ai servizi sanitari”, prestando particolare attenzione ai contesti neonatologici, anche alla luce di quanto previsto dal Percorso Nascita del ministero della Salute, come da Lei già formalmente fatto qualche anno fa.
  • Sviluppare l’infermieristica pediatrica di comunità/scolastica per la gestione dei percorsi dei pazienti affetti da disabilità e malattie croniche, come previsto dal Piano nazionale Cronicità, utilizzando i fondi del Pnrr, le cure palliative in ambito neonatologico e pediatrico e l’infermieristica pediatrica di famiglia e comunità nei percorsi di cure primarie e nella prevenzione.
  • Promuovere specializzazioni ulteriori della professione di infermiere pediatrico in ambito formativo. Il protocollo parla di una necessaria e ulteriore formazione specifica per infermieri ed infermieri pediatrici accomunando 2 professioni che hanno conoscenze e competenze differenC per specificità legate all’età dell’utente.
  • Sensibilizzare lo sviluppo delle transitional care, considerato che molte Regioni non hanno completato l’implementazione delle rete di transizione per garantire la continuità assistenziale dai contesti pediatrici ai contesti per adulti, determinando così criticità nell’assistenza ai neonati e bambini affetti da malattie croniche e/o rare, esponendo i colleghi all’abuso professionale penalmente perseguibile quando assistono in continuità assistenziale i pazienti over 18 (a tal proposito è d’obbligo ricordare che sia in Senato che alla Camera sono depositate due proposte di modifica del DM 70/97 per consentire l’esercizio professionale in continuità assistenziale), come da Lei esplicitato nello stesso comunicato.

Non comprendiamo, altresì, in un momento di significativa carenza di professionisti infermieri e disaffezione alla professione stessa, il perché al tavolo nazionale politico, in tema di fabbisogno, la Fnopi abbia richiesto meno infermieri pediatrici (252) di quanti ne abbiano chiesti le Regioni e il ministero della Salute (268), vista la cronica mancanza della figura professionale specifica nelle aree neonatologiche e pediatriche.

Attendiamo con fiducia delucidazioni in merito alle ultime scelte del Comitato centrale Fnopi con il supporto della Caip nazionale e chiediamo al contempo ai nostri colleghi delle Caip provinciali di esprimere il Loro parere in merito alle riflessioni da Noi presentate.

Redazione Nurse Times

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