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infermieri in prima linea del Trauma Team del Niguarda … un stimolo ad andare avanti a testa alta!

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Infermieri e amplificatore di brillanza nella ASST G.O.M. Niguarda di Milano
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niguarda

Parlare di infermieri in prima linea è per me un piacere specie se da elogiare è un team di infermieri della mia stessa Azienda.

Orgoglioso di poter dire di far parte anch’io del Niguarda, quando vedo che il Niguarda può vantare il riconoscimento e il contributo professionale di infermieri che vestono la mia stessa divisa con medesimo logo aziendale. Sto parlando degli infermieri in prima linea presenti nel Trauma Center del Ospedale Maggiore Niguarda Ca’ Granda di Milano. Il Trauma Center del Niguarda è un eccellenza territoriale lombarda e che spesso si è mostrato un polo di riferimento nazionale

«Scontri sulle strade, infortuni sul lavoro o aggressioni: queste le cause più frequenti di trauma a rischio di vita. Per salvare le vittime del sabato sera e tutte le persone colpite da un trauma grave è stato attivato il Trauma Center, uno dei 5 centri Italiani che si occupa di primo intervento.

La presenza in ospedale di un team completamente dedicato alle urgenze, in circa dieci anni, ha praticamente azzerato la mortalità evitabile per trauma (dal 42-43% al 3%) e dimezzato i decessi per emorragia. Questo perché con il Trauma Team cambia la filosofia del soccorso: non si tratta più di trasportare il paziente nell’ospedale più vicino, con il risultato di sprecare minuti preziosi, ma a quello più adatto alle esigenze del malato. Un continuum assistenziale dalla strada all’ospedale con l’équipe specializzata che interviene sul posto e accompagna il malato al Pronto Soccorso, consegnandolo al personale pre-allertato.

L’area delle emergenze-urgenze di Niguarda è dotata di elisoccorso,pronto soccorso, shock room, letti di rianimazione, una radiologia dedicata, un blocco operatorio con dieci sale, un’area intensiva e sub intensiva, letti di degenza di ortopedia, chirurgia, neurochirurgia, maxillo-facciale, medicina d’urgenza, neurologia, plastica-grandi ustionati.

Il team multidisciplinare si avvale delle competenze H24 di: chirurghi generali, anestesisti, radiologi, ortopedici, neurochirurghi , tecnici di radiologia e operatori sanitari del Pronto Soccorso, chirurghi plastici, neuroradiologi, chirurghi maxillo-facciali, vascolari, toracici, pediatri, cardiochirurghi, oculisti ed otorini.”» (Fonte: www.ospedaleniguarda.it )

Gli infermieri nel Niguarda hanno contribuito fortemente a rendere un eccellenza questo Servizio. Nell’ultimo numero di “Il Giornale di Niguarda” ANNO 10-NUMERO 5-DICEMBRE 2015, viene riportato un articolo “ Infermieri in prima linea – Con il Trauma Team l’intervento è sul filo dell’emergenza” , che elogia il ruolo di tutti quegli infermieri che ogni giorno lavorano presso il Trauma Center. L’articolo riporta:

«Spesso passano pochi minuti tra una chiamata e l’altra. La prima richiede – in base alla disponibilità delle sale operatorie- la possibilità di accogliere un ferito grave, vittima di un trauma, come un incidente stradale, una caduta da un’altezza importante o un’aggressione. La seconda, sempre dalla centrale che coordina i soccorsi, serve per confermare che il paziente sta per arrivare.

A Niguarda queste situazioni sono all’ordine del giorno. Dall’altro capo del telefono a rispondere e a prendere nota delle prime informazioni sullo stato della vittima c’è un infermiere, parte integrante del Trauma Team. Si tratta dell’équipe multidisciplinare dedicata al soccorso dei traumi maggiori. Ed è proprio grazie alla preparazione di questi specialisti e alla loro organizzazione che qualche mese fa è stato possibile salvare la vita a quel capotreno aggredito a colpi di machete. Rischiava la perdita del braccio colpito, ma l’intervento tempestivo ha permesso di salvare anche l’arto quasi del tutto amputato.

Lo schema d’azione è collaudato e risponde a criteri prestabiliti. “Già durante la chiamata i soccorritori ci informano sui parametri vitali: stato di coscienza, frequenza cardiaca e pressione– ci spiega Monica Ghinaglia coordinatrice del personale infermieristico del pronto soccorso. Ci dicono se la vittima è stata sottoposta a manovre di rianimazione salva-vita e con quale risposta”.

Tutto all’interno del Trauma Center è pensato per ottimizzare la gestione del tempo, perché si sa che quando ci si muove sul filo dell’emergenza ogni secondo è prezioso e non va sprecato. Così quando l’ambulanza o l’elicottero arriva a Niguarda, l’équipe, composta dal chirurgo, l’anestesista, gli infermieri, il radiologo e il tecnico di radiologia, si è già radunata nell’area dedicataai primi interventi d’emergenza, la shock room. Si tratta di una stanza attrezzata con tutte le strumentazioni diagnostiche necessarie e con i macchinari per il supporto delle funzioni vitali come il respiratore e il defibrillatore. Se le lesioni sono tali da richiedere interventi chirurgici immediati, questi possono essere iniziati e condotti direttamente al tavolo della shock room. Inoltre, a pochi metri di distanza ci sono le altre apparecchiature come la Tac e la sala angiografica, utili per diagnosi e trattamenti.

Una volta completate le valutazioni e i primi interventi salva-vita, il paziente viene spostato in sala operatoria. Protagonisti della “staffetta” sono le due équipe infermieristiche che si coordinano per un passaggio di consegne in sicurezza, rapido ed efficiente. “Spesso si tratta di pazienti che sono immobilizzati da dispositivi che contengono i movimenti della colonna vertebrale, sono intubati e sono accompagnati da tutte le apparecchiature elettroniche per monitorare le funzioni vitali – dice Patrizia Marmo, coordinatrice infermieristica del Blocco Operatorio dell’Emergenza Urgenza-. E’, quindi, necessario adottare tutte le precauzioni delcaso per garantire un continuum assistenziale”. Ma il ruolo dell’infermiere non si esaurisce in sala operatoria. Un altro compito importante è quello di fare da raccordo, da soli o in supporto agli specialisti, per i parenti in attesa di notizie fuori dal blocco operatorio. “Sono momenti delicati, per gestirli al meglio bisogna essere in grado di leggere la situazione– dicono le coordinatrici-. Per questo ci vuole preparazione, esperienzae un’alta dose di empatia

(Fonte: www.ospedaleniguarda.it )

Ultimamente sentiamo parlare di situazioni che demoralizzano e demotivano molti ad intraprendere la nostra professione … ebbene la realtà infermieristica è anche questa, con i pro e i contro di questo periodo storico. Stiamo conquistando una posizione di merito, stiamo attraversando un periodo di crisi, stiamo sgomitando per rimuovere falsi e vecchi stereotipi, stiamo cercando di far valere i nostri diritti e stiamo vivendo un periodo di transizione lungo e difficile. Ma possiamo dire che in tutto questo siamo sempre “infermieri in  prima linea”, una linea che può essere di emergenza, di cura, di prevenzione e di riabilitazione.

Riportando l’articolo “ infermieri in prima linea ” ho voluto ricordare a quanti sembrano demoralizzarsi per questa realtà ostile temporanea, che siamo fondamentali e i “ fatti parlano”, prima o poi qualcuno realmente comprenderà il nostro ruolo nella sanità e nella società. Ognuno nella propria realtà deve essere uno dei tanti infermieri in prima linea! … andiamo avanti a testa alta, forti dei nostri principi e valori!

L’intero staff di Nurse Times urla: Orgogliosi di essere Infermieri! ”

Maurizio Limitone

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