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Infermieri fuori dall’Italia, dove tutto è diverso

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Infermieri fuori dall'Italia, dove tutto è diverso
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Pubblichiamo la testimonianza di S. D., infermiere laurato in Italia che lavora in Francia.

Vi allego le mie buste paga del 2020, in cui ho volutamente reso anonimo l’opsedale presso cui lavoro, che è in ogni caso un ospedale pubblico del sud della Francia, in oltre vi invito a non pubblicare mai le medesime foto, in quanto vorrei restare anonimo nella mia denuncia.

Vorrei comunque fornirvi qualche dettaglio in più per rendervi la lettura più facile.

Sono infermiere, diplomato nel novebre 2012 presso l’Università degli studi di Genova, dipendente in ospedale francese dal maggio 2013, e dipendente pubblico dal gennaio 2015 (non esistono qui concorsi e si entra nel pubblico tramite curriculum e chiamata diretta ).

Nei 7 anni in cui ho lavorato qui ho già preso 2 scatti di anzianità (equivalente di un passaggio da D0 a D2 ), qui le fascie vengono attribuite automaticamente, a livello nazionale in base all’anzianità di servizio ( una fascia ogni circa 3/4 anni ).

Vi è un meccanismo d’attribuzione della 13ema in base alla notazione annuale di servizio. In Francia come penso ovunque apparte l’Italia, non esiste il Tfr ( e quindi ovviamente lo stipendio netto risulta leggermente più alto). Tutto ciò per il quadro generale.

Di seguito ciò che in seguito alla pandemia di coronavirus gli infermieri in Francia hanno ottenuto e che ha aumentato notevolmente la mia retribuzione quest’anno:

  • Maggiorazione del 50% di tutti gli straordinari effettuati nei periodi di maggior crisi nel paese ( 15/03 – 28/04 e mese di dicembre);
  • Defiscalizzazione completa degli straordinari fino ad una quota massima di 7500 euro;
  • Aumento in due tempi e a regime da dicembre 2020 di 224 euro lordi;
  • Premio Covid Nazionale di 500 euro netti (1500 negli ospedali più colpiti dalla pandemia);
  • Tutto questo per dirvi che neanche qui probabilmete diventerò ricco facendo il mio lavoro, non è mai stato il mio obbiettivo, ma posso dirvi che di certo mi sono sentito sostenuto dalle scelte economiche che sono state prese, e che purtoppo rispetto a ciò che altri colleghi mi raccontano della situazione in Italia mi spinge sempre più lontano da un eventuale rientro.
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