Il Festival di Sanremo è alle porte, viviamo già una vigilia di attesa in fermento. I quotidiani, pur dedicando ampi servizi all’organizzazione, alle canzoni ed agli ospiti che si contenderanno la vittoria nella gara canora, non riescono a soddisfare completamente le curiosità e la voglia di saperne di più degli italiani.
Quella che è la manifestazione canora più importante del Belpaese, rischia il flop: la pandemia da Covid, non permette l’accesso in sicurezza, al teatro Ariston, del pubblico.
Senza pubblico mancherebbe senz’altro una componente che, negli anni, ha contribuito al successo del Festival.
Le ricette per ovviare a questo inconveniente si susseguono, a volte fantasiose ed irrealizzabili, a volte da approfondire con serietà.
L’ultima proposta rimbalzata sui media nell’ultimo periodo prevede la messa in sicurezza tramite tampone ed isolamento su una nave da crociera, del pubblico necessario alla buona riuscita della manifestazione.
Da infermiere mi permetto di fare una controproposta: è stato un anno particolare questo appena passato, l’OMS in tempi non sospetti lo aveva dedicato agli infermieri. Il 2020 ha portato davvero alla ribalta le professioni sanitarie, impegnate nella lotta al Covid che, tra questa categoria di lavoratori, ha mietuto numerose vittime. Attualmente, da una ventina di giorni, infermieri e medici si stanno vaccinando e, molti di loro, avranno ottenuto un’immunità certificata per le date del Festival di Sanremo 2021.
A parere dello scrivente sarebbe un gesto di una immensa valenza destinare i posti del Teatro Ariston, durante il Festival, agli infermieri ed ai medici finalmente vaccinati ed immunizzati che, a nome e per conto di tutti gli italiani, hanno fin qui, cercato di mettere un freno all’aggressività della pandemia.
La sicurezza sarebbe garantita e, probabilmente, anche la manifestazione avrebbe un generoso ritorno di immagine.
Massimo Arundine
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