Gli infermieri sono dei portenti, definiti supereroi ma siamo anche Trasnformers noi di sala operatoria poiché continuiamo a lavorare trasformandoci nel collega che viene a darci il cambio perché la nostra deve essere una catena che non si spezza mai e ce ne andiamo solo fisicamente a casa, sfiniti e con tanto altro da fare, ma potremmo restare lì ad oltranza, anche solo per il piacere di lavorare con un collega che non lo becchi da tanto e le cose da dire non bastano mai. Noi infermieri riusciamo a far stare in una sala operatoria tutto ciò che serve e per ogni cosa la soluzione la troviamo sempre anche per ciò che non abbiamo mai visto in vita nostra.Siamo magici, fatti di acrobazie e dono dell’ubiquità, ci teletrasportiamo e ricompariamo in un batter d’occhio; sempre di corsa buttati in una umanità fragile e bisognosa.
Infermieri di sala operatoria, nelle nostre anime il dolore del mondo
Nelle nostre anime c’è tutto il dolore del mondo e spazio per tanto altro, anime azzurre o verdi rivestite di divise che quando ci metti le mani capisci che potresti addirittura essere scambiato per un presidio ma un chewing gum per scaricare la tensione non ce lo trovi sempre.
Noi infermieri di sala operatoria abbiamo sei occhi e quattro braccia sempre vigili e in apnea. Il nostro sguardo ha voce, parliamo in codice e i nostri passi sono incerti solo quando camminiamo sul pavimento bagnato perché non c’è tempo. Caffè, sigarette e musica ci tengono in vita e nel letto la sera ripassiamo la ceck list della giornata sperando non ci sia sfuggito nulla. Ogni volta che portiamo un paziente in sala operatoria rivediamo in loro i nostri genitori, i nostri amici o i nostri figli perché la compassione e l’amore fanno la differenza e prima che chiudano gli occhi il nostro mantra è :”tranquillo ci rivediamo tra poco”, é il nostro “ABRACADABRA” e a questa parola dobbiamo mantenere fede.
Ci occupiamo e preoccupiamo affinché vada tutto bene e di quello che davvero ci spetterebbe non abbiamo nemmeno il tempo di pensarci, perché a volte vorremmo lanciare un grido e scappare ma non lo facciamo mai, iniziamo lotte per i nostri diritti ma poi lasciamo correre perché se scendessimo in piazza dovremmo farlo per giorni e la coscienza non ce lo permette di lasciare tutti col culo per terra e il nostro lavoro non avrebbe comunque un prezzo perché l’amore non si può comprare.
~ Donatella D’Aprile~
Ostetrica per anni ma la passione per la sala operatoria il mio primo amore. Prima strumentista di cardio chirurgia alla S. Maria a Bari Referente ostetrica della pianificazione familiare. Da un po di anni strumentista in multidisciplinare.
“Le mie passioni? Amo scrivere, dipingo, secondo livello di massaggio ayurvedico, e massaggio dell anima con campane tibetane, primo livello di reiki. Per due anni referente sala operatoria e sala parto in blocco parto” riferisce Donatella.
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