Altri casi di aggressione alla Rems, residenza per l’ esecuzione della misura di sicurezza sanitaria di Caltagirone: due episodi in soli due giorni.
Il 22 agosto un’infermiera in servizio ha preso uno schiaffo da un degente e un vigilante ha riportato un trauma distorsivo a un dito della mano sinistra.
L’indomani, altro caso di violenza: un ospite della struttura ha colpito un infermiere alla testa con un pezzo di legno provocandogli un trauma cranico, 11 punti di sutura e la frattura ad una mano.
Già lo scorso 17 luglio il personale infermieristico, nella medesima struttura, era stato vittima di aggressioni. A denunciare questi episodi sono il Segretario Territoriale FSI, Vincenzo Messina e il segretario regionale del CNI-FSI Coordinamento Nazionale Infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti Calogero Coniglio.
“Non essendoci il personale fisso di Polizia penitenziaria non è pertanto garantita la sicurezza per il personale sanitario. E’ stato infatti necessario chiamare i Carabinieri e la Polizia di Caltagirone. Nonostante tutte le segnalazioni e le denunce fatte da questa organizzazione sindacale dal 30 aprile, data di apertura della struttura, sugli infortuni sul lavoro al personale in servizio, continua a persistere una condizione di disagio del personale che deve sopportane, giorno dopo giorno, uno stress psico-fisico per mantenere in piedi una struttura che ha la funzione almeno sulla carta di riabilitare gli ex internati degli ex OPG ospedali psichiatrici giudiziari. Nessun intervento c’è stato da parte dell’Asp, nulla si è mosso”, denuncia Coniglio.
Il personale sanitario, con infermieri e medici, è stanco di questa situazione dovuta all’applicazione della Legge 81/2014 che ha voluto creare l’alternativa agli OPG, sulla linea delle legge 180 che ha chiuso i manicomi. La denuncia della FSI si aggiunge alle precedenti. Sono trascorsi solo tre mesi, il 29 aprile e il 15 maggio scorso, avevamo già denunciato due aggressioni al personale sanitario di turno e la carenza di personale sanitario da risolvere urgentemente.
Una condizione certamente di chiara pericolosità che la stessa Asp 3 di Catania non ha ancora sancito in termini economici e di indennità dedicate al personale, sebbene più volte il sindacato abbia prodotto richieste alla Direzione.
“Per questa organizzazione sindacale permangono illibate le carenze del sistema, la ‘pericolosità sociale’ persiste e può sfociare in qualsiasi momento in aggressioni. Di fatti la sinergia richiesta tra la Magistratura e la Asp per gestire tale struttura, ad oggi si è limitata ad un discutibile protocollo di intesa. Gli operatori non sono stati formati per gestire situazioni di disagio complesse. Abbiamo contestato alcune delibere dell’Asp di Catania, succedutesi per compiere il percorso di apertura della Rems di Caltagirone, perché omissive, superficiali e sbrigative rispetto al problema da affrontare. Ad oggi, nel territorio non esiste nessuna equipe multidisciplinare, nessun coordinamento e collaborazione tra i DSM, servizi sanitari e sociali e familiari, le associazioni di volontariato, nulla di nulla”, precisa Messina.
“Contro le aggressioni al personale sanitario e la carenza infermieri, sono state da noi promosse e depositate due interrogazioni parlamentari al Senato dal senatore Antonio Scavone con riferimento a tutta la regione Sicilia, al ministro degli Interni e al ministro della Salute, e una alla Camera dei Deputati contro sempre le aggressioni negli ospedali etnei tramite l’onorevole Giuseppe Berretta, i due ministri non possono restare indifferenti alla grave questione”.
Tra l’altro, la Rems di Caltagirone è stata oggetto di due interrogazioni, una parlamentare e una regionale, che hanno ribadito i problemi di sicurezza e confermato l’inadeguatezza della gestione. “Sulla vicenda Rems di Caltagirone, siamo in attesa e solleciteremo da subito, anche i vertici della sanità, in particolare il neo assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi. Questa è solo l’ultima di una serie di atti di violenza che il personale dei pronto soccorso e dei reparti degli ospedali siciliani sono costretti a subire giorno per giorno. Chiediamo maggiore sicurezza e controlli, e soprattutto più personale, in queste condizioni non possiamo più lavorare. Attendiamo l’incontro con il Prefetto (ns prot. N. 761/15), per discutere sugli interventi da prendere in merito alla sicurezza”, concludono Messina e Coniglio.
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