Gentile Direttore,
10 Agosto 2000. <<Da oggi inizia una nuova epoca per la professione infermieristica. Oggi è stata promulgata la legge 251. Questa legge, che istituisce anche la figura di dirigente che rappresento, da oggi entra in vigore per dirci che non solo non siamo più ausiliari ma siamo AUTONOMI; possiamo fare tutto quello che vogliamo nell’ambito del nostro profilo professionale e del codice deontologico. Dobbiamo servirci di una pianificazione per obiettivi misurabili per l’assistenza. Da oggi cambieranno un po’ di cose: dobbiamo rivedere le pratiche organizzative, dobbiamo stabilire nuove relazioni e nuovi percorsi. Procederemo insieme ad analizzare l’organizzazione del lavoro, per adeguare i modelli organizzativi agli standard di legge. Tutti noi dobbiamo contribuire allo sviluppo culturale della professione, come indicato nel progetto attuativo delle norme della FNC IPASVI. >>.
Questo poteva essere il discorso di un neo-insediato dirigente delle professioni sanitarie, pronunciato ai suoi “caposala” 20 anni fa. Poteva andare così ma…ahinoi, ad oggi, ancora NESSUNO ha pronunciato queste parole.
Non c’è stato alcun progetto attuativo delle norme della (allora) FNC IPASVI. Si è creduto che bastasse una legge per cambiare consuetudini, organizzazioni, pratiche; oggi, a 20 anni dalla legge 251, possiamo affermare che non solo questa legge non ha cambiato nulla, anzi, le prassi, le organizzazioni, le abitudini respingono il carico di novità apportata dalla 251.
Abbiamo creduto che l’infermiere del futuro fosse la proiezione delle norme e che esse avrebbero cambiato automaticamente le organizzazioni del lavoro senza alcun progetto attuativo perché la norma lo contiene in sé.
Il 10 agosto del 2020 dobbiamo ammettere, con onestà, il fallimento di questa linea politica poiché la pratica clinica quotidiana rifiuta il nuovo ruolo dell’infermiere. Se chiedessimo ad un collega: “Quale decisione autonoma hai preso nell’ultimo turno?” ti guarderà spiazzato. Questo vuol dire che la legge 251 NON è applicata.
Gli Stati Generali dell’Infermieristica servono per ridiscutere le fondamenta epistemologiche della disciplina e della metodologia infermieristica alla luce dell’evoluzione dei bisogni di salute della popolazione nonché all’evoluzione normativa della professione.
Non una “romanella” insomma, ma un azione politico-professionale nuova.
Si, i cambiamenti culturali sono i più difficili e i più lunghi, ma in 20 anni, nella pratica clinica, siamo riusciti a cambiare al massimo la cartella che da cartacea (in alcuni privilegiati posti) è diventata integrata e informatizzata.
Questa legge fu promulgata proprio il giorno di San Lorenzo ma gli infermieri sono stanchi di esprimere sotto forma di desideri ciò che spetterebbe loro sotto forma di diritti!
È arrivato il momento di cominciare ad avviare cambiamenti ben più radicali a partire dalla cultura di una professione per ritararla al presente e al futuro.
Meglio tardi che mai!
Raffaele Varvara, Fondatore di Infermieri In Cambiamento
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