Il breve documento fornisce tutte le informazioni relative a questa importante figura sanitaria.
È disponibile la brochure Anipio dedicata all’infermiere specialista del rischio infettivo. Il breve documento è ricco di informazioni sulla natura di questa figura professionale, sul contesto in cui si inserisce, ma soprattutto sul percorso formativo più idoneo per diventare esperto nella gestione del rischio infettivo.
Si tratta di una figura preziosa sia in ambito pubblico, sia in ambito privato. Nel nostro Paese, infatti, su cento pazienti ricoverati, mediamente otto presentano un’infezione acquisita in ospedale. Ma l’ospedale non è l’unico luogo in cui è possibile contrarre un’infezione correlata all’assistenza (Ica). Il problema riguarda tutti i setting di cura (compreso il domicilio), luoghi in cui sono richieste appunto competenze specifiche per gestire efficacemente il rischio infettivo.
Le Ica rappresentano una vera sfida per tutti coloro che operano in un contesto sanitario o sociosanitario. Ma una formazione ad hoc, come quella realizzata da Anipio, consente di gestire con successo il rischio infettivo, nonostante la complessità del fenomeno. È già attivo a Parma, e a Roma il master di I livello Anipio dedicato alla gestione del rischio infettivo, e presto l’offerta formativa si allargherà ad altre università. Tutte le informazioni sul master sono disponibili nella brochure “Infermiere specialista del rischio infettivo” e sul sito di Anipio.
Readzione Nurse Times
- Obesità causa oltre 20mila morti l’anno per malattie cardiache. Esperti SIC: “Inserire cure per cardiopatici nei Lea”
- Infertilità, dall’Oms le prime Linee guida globali: 40 raccomandazioni su prevenzione, diagnosi e trattamento
- Uil Fpl Venezia: “Turni massacranti per infermieri e oss all’Ospedale dell’Angelo di Mestre. Il sistema non regge più”
- Semestre filtro a Medicina: valanga di bocciati al primo esame. Scoglio Fisica per 9 candidati su 10. Rischio concreto di posti vuoti
- Salutequità: “Urge nuovo Piano sanitario nazionale per ridurre disuguaglianze e garantire equità di accesso”
Lascia un commento