L’infermiere di famiglia viene individuato come riferimento per lo sviluppo e il potenziamento dei servizi di assistenza territoriale al fine di salvaguardare la salute dei cittadini, offrendo un servizio complementare con il medico di base.
Ben un anno fa annunciavamo la nascita di questa figura professionale.
Inoltre, con l’approvazione delle linee di indirizzo sulle mansioni, la Giunta regionale del Piemonte ha formalizzato la figura dell’infermiere di famiglia e comunità (Ifec). Il documento di indirizzo è stato prodotto da un gruppo di lavoro costituito dalla Direzione Sanità regionale, con la partecipazione degli Ordini delle professioni infermieristiche, delle Università di Torino e del Piemonte Orientale, dell’Associazione infermieri di famiglia e di comunità (AIFeC) e di alcune Asl che in via sperimentale hanno già inserito tali professionisti.
Ma i numeri non sono confortanti, infatti di un fabbisogno previsto con la Pandemia di 9600 infermieri, ne sono arrivati solo 1100.
Le Regioni stentano ancora ad investire nell’ambito territoriale, concentrando le risorse sul potenziamento della rete ospedaliera per far fronte alla Pandemia.
E allora ci chiediamo, non sarebbe il caso di iniziare a bandire concorsi per potenziare questa figura e iniziare a decongestionare gli ospedali in vista di una nuova ondata a settembre?
Redazione Nurse Times
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