Con apposito documento la Regione ha formalizzato la figura dell’Ifec, precisandone obiettivi, competenze e percorso formativo.
Con l’approvazione delle linee di indirizzo sulle mansioni la Giunta regionale del Piemonte ha formalizzato la figura dell’infermiere di famiglia e comunità (Ifec). Il documento di indirizzo è stato prodotto da un gruppo di lavoro costituito dalla Direzione Sanità regionale, con la partecipazione degli Ordini delle professioni infermieristiche, delle Università di Torino e del Piemonte Orientale, dell’Associazione infermieri di famiglia e di comunità (AIFeC) e di alcune Asl che in via sperimentale hanno già inserito tali professionisti.
“Coerentemente con la nuova strategia di potenziamento dell’assistenza territoriale e domiciliare – rileva l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi –, con questa figura si mira a promuovere modelli organizzativi integrati, attività di prevenzione e promozione della salute, percorsi di presa in carico della cronicità, in stretta correlazione con il Piano nazionale della cronicità e il Piano nazionale della prevenzione”.
Aggiunge l’assessore: “Gli obiettivisono migliorare le prestazioni e l’integrazione territorio-ospedale-territorio, ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso e la riammissione in ospedale a 30 giorni dopo la dimissione al domicilio, incrementare la partecipazione dell’utenza ai programmi di screening”. Un passo verso la nuova medicina di territorio, “tenendo anche in conto – conclude Icardi – dell’invecchiamento della popolazione, dell’incremento al 40,8% delle persone con almeno una patologia cronica, xddella co-morbilità al 66,6% nei soggetti over 75 e dell’aumento delle famiglie composte da una persona sola”.
Come spiega la Regione Piemonte, l’infermiere di famiglia e comunità ha come interesse l’individuo, la famiglia, la comunità e la casa come ambiente in cui i vari membri possono farsi carico dei problemi di salute. Si tratta di una risorsa professionale che opera all’interno del Distretto socio-sanitario, in stretta sinergia con i medici di medicina generale e con tutti gli altri professionisti coinvolti nella gestione della sanità territoriale, specie per quei casi in cui si rende necessaria la presa in carico negli ambulatori della cronicità a livello distrettuale o nelle case della salute o negli ambulatori associati.
Il titolo preferenziale per l’acquisizione delle competenze in questo ambito è il master universitario di primo livello in Infermieristica di famiglia e di comunità. Per coloro che non sono in possesso del master saranno previsti percorsi formativi specifici, progettati in collaborazione con gli atenei piemontesi, necessari per l’acquisizione delle competenze minime.
Redazione Nurse Times
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