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Infermiere aggredito al “Di Venere”. Opi Bari “i colleghi sono bistrattati e si sentono abbandonati”

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I pronto soccorso degli ospedali pugliesi continuano ad essere una terra di frontiera della sanità.

E a farne le spese sono gli operatori sanitari, come il collega (al quale va tutta la solidarietà dell’OPI Bari) che nella mattinata di mercoledì è stati aggredito e colpito con un pugno al volto, da un paziente in attesa al quale era stato chiesto di indossare correttamente la mascherina.

E’ l’ennesimo episodio di violenza con vittime gli infermieri, eroi ormai dimenticati dell’emergenza
pandemica. La “colpa” degli infermieri è quella di svolgere, soprattutto nei pronto soccorso, il proprio lavoro con professionalità, passione e spirito di sacrificio, ancor di più in un periodo nel quale la carenza di personale, anche e soprattutto infermieristico, fa sentire i suoi effetti sulla sanità pugliese. Gli infermieri, è bene ricordarlo a tutti, sono professionisti della salute e non “paramedici” come ancora oggi le definisce qualcuno.

Sono gli infermieri che svolgono il primo importante lavoro di valutazione al triage dei pronto soccorso, dove è ancor più marcata la carenza di personale, che costringe spesso a turni massacranti. Non c’è solo la questione sicurezza da affrontare immediatamente, ma anche quella della copertura delle piante organiche infermieristiche. Agli annunci della Regione che prevede l’assunzione di seimila infermieri nei prossimi tre anni, bisogna far seguire quanto prima i fatti.

Gli infermieri si sentono bistrattati e spesso abbandonati, ma non per questo si tireranno indietro (non lo hanno mai fatto) nello svolgimento del loro lavoro che, è bene ricordarlo, ha al centro il bisogno di salute di tutti i cittadini, anche quelli che pensano di far valere le proprie ragioni con la violenza”.

Lo dichiara il Presidente dell’OPI Bari, Saverio Andreula.

Redazione NurseTimes

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