È questa la motivazione della diffida che l’Aadi (Associazione Avvocatura degli infermieri) invia alla Asl Roma 3.
Come specifica l’Aadi “l’infermiera della ASL Roma 3 che lavorava in endoscopia prima di essere spostata a mansioni amministrative durante l’emergenza Covid si è presentata alla medicina del lavoro per chiedere di rientrare nel suo precedente servizio, ma il medico, dopo averne misurato l’altezza, ha rifiutato la sua richiesta perché troppo bassa”.
Nella diffida l’Aadi precisa che il medico “dichiarava 140 centimetri, nonostante la contestazione dell’infermiera che asseriva la sua altezza in 149 centimetri, successivamente accertata presso una farmacia in 150 centimetri per un peso di 60 Kg”.
Al direttore generale della Asl Roma 3 l’Aadi “chiede di sapere a quanto ammonta l’altezza che deve possedere un’infermiera per lavorare in un servizio di endoscopia e di indicarne la fonte Scientifica” e “se esistono anche prescrizioni sul peso, atteso che la dipendente non potrà aumentare la sua altezza (in quanto genetica), ma potrà diminuire o aumentare il suo peso all’occorrenza”.
Si attende ora la replica dei responsabili chiamati in causa dalla diffida.

Redazione NurseTimes
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