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«Infermiera incompetente ed africana»: bufera al 118 di Caserta

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La frase è stata scritta da una responsabile medico del 118 in una segnalazione ufficiale all’ASL: aperto un caso su linguaggio e discriminazioni

Scoppia la bufera al 118 di Caserta dopo che, in una segnalazione ufficiale indirizzata alla direzione dell’ASL Caserta, una responsabile medico del servizio di emergenza ha utilizzato l’espressione «infermiera incompetente ed africana» riferendosi a un’operatrice in servizio. La frase, contenuta in un documento formale relativo alle criticità organizzative del Lotto 2 gestito dalla Croce Bianca Città di Salerno, ha immediatamente sollevato un’ondata di polemiche nel mondo sanitario.
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Al centro della cronaca sanitaria non vi sono più soltanto i problemi legati alla gestione del servizio 118, ma una questione molto più delicata: l’uso di un linguaggio giudicato gravemente denigratorio e potenzialmente discriminatorio all’interno di un atto ufficiale firmato da un dirigente medico.

La frase contestata e il contesto della segnalazione

Secondo quanto emerso, la responsabile medico del 118 ha redatto una relazione indirizzata alla direzione dell’ASL Caserta per segnalare presunte criticità operative e organizzative del servizio di emergenza territoriale. All’interno di questo documento compare il riferimento testuale all’«infermiera incompetente ed africana», un passaggio che ha immediatamente fatto scattare l’indignazione tra gli operatori sanitari.

Il problema, evidenziano molti professionisti, non è solo il giudizio sulla presunta competenza – che andrebbe comunque verificato nelle sedi opportune – ma soprattutto l’accostamento tra capacità professionali ed etnia, considerato del tutto inaccettabile in un contesto pubblico e sanitario.

La reazione degli operatori sanitari

La vicenda ha provocato un forte malcontento all’interno del 118 casertano. Infermieri, autisti-soccorritori e personale sanitario parlano di un episodio che rischia di compromettere il clima di fiducia e collaborazione indispensabile in un servizio di emergenza.

Molti operatori chiedono ora:

  • una presa di posizione ufficiale dell’ASL Caserta;
  • l’accertamento delle responsabilità;
  • l’adozione di misure concrete contro ogni forma di discriminazione sul luogo di lavoro.

Il caso, nel giro di poche ore, ha superato i confini interni del servizio ed è diventato un tema di attualità sanitaria a livello nazionale.

Un caso che va oltre l’organizzazione del servizio

Questa vicenda non riguarda più soltanto le criticità operative del 118, ma investe un tema molto più ampio: quello del rispetto della dignità professionale all’interno della sanità pubblica.

Il principio è chiaro: le eventuali valutazioni sulla competenza di un operatore devono essere espresse in modo oggettivo, documentabile e privo di qualsiasi riferimento personale o etnico. Ogni altra modalità rischia di trasformarsi in un atto lesivo della persona, oltre che in un potenziale problema giuridico per l’ente.

Redazione NurseTimes

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