La vicenda risale al 21 settembre del 2019 e coinvolse l’infermiere alla guida dell’automedica impegnata in un soccorso nella città di Massa.
L’infermiere alla guida del mezzo di soccorso insieme al medico della centrale operativa procedeva a sirene spiegate attraversava un incrocio tra via Stradella e viale della Repubblica andando a scontrarsi con un’altra autovettura, coinvolgendo anche uno scooter.
A causa dell’elevata velocità, giustificata dalla gravità del caso (codice rosso), non riuscì ad evitare l’impatto con i veicoli che attraversavano l’intersezione.
La stessa fu condannata dal Tribunale di Massa a 2 mesi di reclusione, convertiti poi in 6.000 euro di multa con sospensione della patente. La sentenza fu giudicata come eccessiva dai sindacati, che richiesero un incontro urgente con i vertici aziendali, ponendo la questione dell’analisi dell’alto rischio degli infermieri, impiegati impropriamente come autisti di mezzi di soccorso.
La condanna venne impugnata dell’infermiere attraverso, appoggiato dall’avvocato del sindacato Nursind e del SIIET Olindo Cazzolla.
Arrivata in questi giorni l’assoluzione dal Tribunale di Massa perché “il fatto non sussiste”.
Secondo il sindacato Nursind non è possibile affidare la guida di un mezzo di soccorso agli infermieri, chiedendo ai vertici regionali di cambiare la legge che stabilisce la composizione dell’equipaggio, priva l’automedica dell’autista soccorritore.
Una revisione richiesta anche dal SIIET “riteniamo che sia necessaria una revisione del sistema a livello nazionale che regolamenti, tra le altre cose ed una volta per tutte, la problematica della guida dei mezzi di soccorso, tra i quali anche le automediche che, ancora oggi, in molti posti d’Italia, sono condotte da personale infermieristico”.
Redazione Nurse Times
Ultimi articoli pubblicati
- Tribunale di Cosenza riconosce il diritto ai buoni pasto per tutti i turnisti oltre le sei ore
- Coina: “Sanità italiana sempre più alla deriva. Senza investimenti veri sui professionisti, non saremo in grado di affrontare le sfide future”
- Mangiacavalli (Fnopi): “È il momento dell’infermiere di famiglia e comunità. Indispensabile attivare formazione specialistica”
- Malattie croniche, Iss: “Il 18% degli adulti e il 57% degli over 65 ne ha una”
- Inappropriatezza assistenziale, rischio infettivo e responsabilità professionale: la detersione fecale non rientra nel profilo dell’infermiere
Lascia un commento